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Culture
Berlinguer e Napolitano, ecco la storia segreta del Pci

«I fondi neri»

Il libro pubblica i verbali che evidenziano - per la prima volta - i casi concreti di “tangenti” già prima della legge sul finanziamento dei partiti del 1974. Questi documenti dimostrano come il Pci abbia sistematicamente violato dopo il 1974 la legge sul finanziamento dei partiti, non solo per i finanziamenti sovietici, continuando la prassi della “amministrazione straordinaria” anche con e dopo Berlinguer.

Lo scontro Berlinguer/Napolitano

Il libro analizza il drammatico verbale della Direzione del Pci del 10 settembre 1981 (dal mattino del 10 alle due e mezzo della notte dell’11 settembre) che vide lo scontro frontale tra Berlinguer e Napolitano dopo l’intervista del segretario del Pci a Scalfari sulla “questione morale” (“Dove va il Pci?”, La Repubblica, 28 luglio 1981). 

La storiografia ha spesso sdrammatizzato questo scontro soprattutto celando che l’obiettivo di Berlinguer era l’estromissione di Napolitano dalla Segreteria nazionale del Pci che sarà formalizzata nella riunione successiva.

Gli errori di Berlinguer

Il libro affronta i principali errori di valutazione di Berlinguer  e ne ridimensiona il mito carismatico. Un esempio: Berlinguer nel 1979 sosteneva con sicurezza l’imminente caduta di Craxi nel Psi e l’ingresso immediato del Pci al governo con l’appoggio di Pertini. Una tesi irrealistica portata avanti con estrema convinzione dal leader del Pci in seno alla Direzione che si basava su informazioni sbagliate fornitegli da Tatò e smentite nel diario dell’allora segretario generale del Quirinale, Antonio Maccanico.

Nel Pci, in cui erano vietate le correnti e il gruppo dirigente doveva sempre apparire unito, il dibattito interno e le divisioni in seno alla Direzione che aveva sede a Roma in via delle Botteghe Oscure rimanevano segreti. Sulla base dei verbali finora inediti delle riunioni della Direzione il libro ricostruisce i mutamenti della politica del Pci e nel gruppo dirigente seguendo le «vite parallele» di Enrico Berlinguer e di Giorgio Napolitanoche sin da giovanissimi aderirono al Pci di Togliatti avendo presto incarichi rilevanti. Napolitano, cresciuto all’ombra del leader della «destra» comunista, Giorgio Amendola, appare ora il principale collaboratore ora il principale antagonista di Berlinguer, erede del «centro» togliattiano. Vediamo così come l’accordo e il dissenso tra i due leader comunisti animano le principali scelte del Partito dal «compromesso storico» all’«eurocomunismo», dal periodo in cui il Pci è stato nella maggioranza di governo (culminato con l’assassinio di Moro) al ritorno all’opposizione in contrasto soprattutto con il Psi di Craxi.

Dai verbali emergono la coralità del vertice comunista (con aspetti e interventi finora sconosciuti dei suoi protagonisti, da Nilde Iotti a Pietro Ingrao, da Luciano Lama ad Achille Occhetto) e il modo nuovo in cui la sinistra italiana cominciò ad affrontare temi oggi attuali come le riforme istituzionali, il sistema elettorale maggioritario e il finanziamento dei partiti. 

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Tags:
berlinguer e napolitanostoria del pci





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