Capua si mobilita per salvare il museo
Una catena umana per salvare il Museo di Capua. Istituzioni incapaci di trovare una soluzione
Una città intera, Capua, si mobilita contro il rischio di chiusura del proprio museo nel quale sono custodite oltre 130 Matres Mutatae, la più importante collezione al mondo di sculture in tufo raffiguranti donne sedute con in grembo uno o più bambini in fasce provenienti dall’antico territorio capuano. E promuove una “catena umana” che il prossimo 2 giugno circonderà il plesso museale cittadino. L’ultimo appello contro il rischio di chiusura e di trasferimento delle statuine è del professore Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, nel corso di Domenica in famiglia di Rai Uno. “Salvate il Museo di Capua con le sue Matres Matutae, una raccolta unica al mondo, di valore incomparabile”. Sabatini non ha nascosto il suo turbamento prima per l’indifferenza, poi per l’incapacità delle istituzioni nel trovare una soluzione al problema.
Lo aveva fatto anche in occasione della rievocazione storica del Placito Capuano, il primo scritto in volgare risalente al 960 d.C., manifestando il proprio apprezzamento per l’iniziativa di Capua Nova e di altre associazioni culturali sull’adozione delle Matres (l’ultima in ordine di tempo è dell’europarlamentare Isabella Adinolfi) e per la catena umana che venerdì prossimo circonderà il museo cittadino. “Per la cultura italiana, a Capua così eccezionalmente rappresentata, ci sarebbe da incatenarsi a vita”, aveva dichiarato Sabatini. Intanto, anche la VII Commissione Cultura della Camera ha preso atto della gravità della situazione che, secondo alcuni, potrebbe essere sanata attraverso un emendamento alla Legge Finanziaria, meglio noto come Salva Caserta, o mediante l’assorbimento del sito capuano nel polo museale della Campania. Anche Italia Nostra si è occupata del caso al punto di inserire il museo nella Lista Rossa per il suo “rapido declino dovuto alla totale mancanza di governance”.
Le difficoltà in cui si è venuto a trovare il museo è causato dal riordino delle province italiane che sta generando una serie di effetti a catena. Non solo in ambito culturale ma anche in quello scolastico. Non c’è infatti solo la chiusura di alcuni uffici scolastici già chiusi a Caserta per mancanza di fondi ma il rischio che anche il museo capuano, che dipende dall’amministrazione provinciale, possa seguire la stessa sorte. Una situazione che comporterebbe il possibile trasferimento delle opere custodite presso altri musei o addirittura in mano a collezioni straniere. Il Museo di Capua, istituito con decreto regio nel 1869, contiene trentadue sale di esposizione più la biblioteca di Terra di Lavoro nella quale sono custoditi 70mila volumi. Ma soprattutto, oltre a stele, sarcofagi funerari, l’epigrafe dedicatoria della colonia di Capua all’imperatore Adriano che aveva fatto restaurare il grandioso anfiteatro da lui stesso voluto e altri reperti di epoca federiciana e longobarda, custodisce la più importante collezione al mondo di Matres Matutae, testimonianza del culto con il quale gli antichi campani onoravano il mistero della vita, considerando la maternità come un dono divino. Delle statuine, oltre 130, solo una ha in mano una melograna e nell’altra una colomba, simboli di fecondità e pace.
Eduardo Cagnazzi
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