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Culture
Pronto il programma della XXIII edizione della Borsa del turismo archeologico

Il programma della XXIII edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico vedrà protagonista il turismo culturale all’insegna dell’esperienza unica e autentica. Ne dà notizia la Bmta, ideata e organizzata dala società Leader,  che annuncia un’edizione imperniata, oltre che sul turismo culturale, anche sul nuovo modo di viverlo all’insegna della sostenibilità e dell’intercultura. “Nel 2020 e 2021 dobbiamo ribaltare i dati del nostro incoming, contrassegnati dal 50% di stranieri e dal 50% di italiani: allora, più Italia in Italia e più Europa in Italia”, afferma Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa, che quest’anno propone al Consiglio d’Europa la certificazione di un “Itinerario Culturale Europeo dei siti archeologici subacquei”.

A confronto anche i modelli di gestione del patrimonio archeologico, a seguito della riforma Franceschini dei beni culturali, al fine di una migliore valorizzazione.

Icomos e Icom hanno scelto la XXIII Bmta, a Paestum dal 19 al 22 novembre, per svolgere le assemblee nazionali dei soci 2020, annullate nei mesi del lockdown. “Paestum è il luogo più naturale in cui ritrovarsi e mai come in questo momento i soci di Icomos Italia, organo consultivo professionale e scientifico dell’Unesco, e i professionisti museali dell’Icom Italia, associato all’Unesco e organo consultivo delle Nazioni Unite, desiderano farlo in presenza. In questo anno da dimenticare, Paestum con la sua Bmta rappresenta la ripartenza del turismo archeologico”, ha dichiarato  Picarelli. “Occorre riqualificare la nostra offerta, in quanto la consapevolezza dei rischi e del non rispetto del pianeta, a cui ci ha riportato l’attuale pandemia, è motivo per intraprendere da subito l’unica strada possibile, un turismo sostenibile nel segno della unicità, dell’accessibilità, della destagionalizzazione e rispettoso dell’ambiente. Il viaggiatore della società contemporanea, una volta definito turista, è sempre più alla ricerca di emozioni e di soddisfare bisogni di conoscenza, ossia di fare turismo esperienziale alla ricerca di luoghi e momenti, che rispecchino i valori personali. Per i grandi attrattori archeologici è fondamentale ragionare sui flussi turistici: l’approccio sostenibile in questo caso deve essere una modalità per visitare i luoghi nel rispetto del bene culturale. Ma turismo sostenibile significa soprattutto valorizzazione del territorio, riscoperta delle aree interne e conoscenza del patrimonio minore, che comunque è un pezzo della nostra identità. Attraverso il racconto delle destinazioni archeologiche minori si favorirà la scoperta del territorio, puntando su un’economia anche circolare. Parlare di turismo culturale e sostenibile significa soprattutto affrontare tante sfaccettature, non solo ambientali, ma anche sociali e politiche: è un discorso ampio e importante per il futuro dei nostri territori e della nostra madre terra”.

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