Culture
Dialogo tra arte e moda. La "mostra diffusa" del museo Ferragamo
La mostra 'Tra arte e moda' è organizzata dal Museo Salvatore Ferragamo in varie sedi, tra firenze e prato, dal 19 maggio al 7 aprile 2017

Un dialogo tra il mondo dell'arte e quello della moda. Ecco il fil rouge della mostra 'Tra arte e moda' organizzata dal 19 maggio al 7 aprile 2017 dal Museo Salvatore Ferragamo, che ha coinvolto varie istituzioni culturali dislocando il percorso espositivo in varie sedi: oltre al museo della maison fiorentina sono coinvolte la Biblioteca Nazionale, gli Uffizi, il museo Marino Marini e il Museo del Tessuto di Prato. Quattro i curatori della mostra: Stefania Ricci, direttore del museo Ferragamo, insieme a Maria Luisa Frisa, Enrica Morini e Alberto Salvadori.
La moda è arte? Questa semplice domanda nasconde il complesso universo di una relazione articolata, su cui si è indagato a lungo nel corso del tempo, senza mai giungere però a una definizione chiara o univoca. La moda – per la sua necessità di essere funzionale e quindi di riferirsi concretamente alla vita reale, nonché per il suo legame con l’artigianato e con l’industria – sembra essere lontana dall’ideale dell’art pour l’art, concetto che, tuttavia, non è stato sempre rappresentativo nemmeno del mondo dell’arte.
Andy Warhol ci ha insegnato che l’unicità dell’opera d’arte non collima più con la produzione artistica e oggi proliferano le mostre dei fashion designer e gli stilisti accolgono con disponibilità le pratiche dell’arte contemporanea. È ancora possibile, in questo contesto, parlare di dicotomia tra arte e moda come accadeva nel secolo scorso?
Il presente progetto analizza le forme di dialogo tra questi due mondi: contaminazioni, sovrapposizioni e collaborazioni. Dalle esperienze dei Preraffaelliti a quelle del Futurismo, dal Surrealismo al Radical Fashion. Nel percorso si focalizza l’attenzione sul lavoro di Salvatore Ferragamo, affascinato e ispirato dalle avanguardie artistiche del Novecento; su alcuni atelier degli anni cinquanta e sessanta, luogo di studio e d’incontri, e sulla nascita della cultura della celebrità, per proseguire con le sperimentazioni degli anni novanta e arrivare a domandarsi se nell’industria culturale contemporanea si possa ancora parlare di due mondi distinti, o se invece siamo di fronte a un fluido gioco di ruoli.