Più libri più liberi; fiera dove si paga per lavorare
Oggi si chiude a Roma la fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri più liberi” che negli anni -è la quindicesima edizione- è cresciuta di interesse ed è diventata un appuntamento fisso. Si potrebbe dire che tra Milano e Torino e i loro “Saloni del libro” questa manifestazione proponga degli spazi di apertura interessanti anche se questo mercato è ancora infestato da alcuni editori (più di 400 quelli presenti) che chiedono i soldi agli autori per pubblicarli (sotto forma di acquisto di un certo numero di copie del proprio libro) e che poi pagano (quando lo fanno) con grande fatica i diritti d’autore che son l’unica forma per gli autori di rientrare dell’esborso per la pubblicazione.
Tornando alla fiera non si può non segnalare una strana pratica: quest’anno si chiede un contributo di 5 € anche ai giornalisti e agli operatori del settore per entrare.
Così si legge infatti sul sito:
“Gli operatori professionali, in possesso dei requisiti necessari, possono richiedere l’accredito online registrandosi al nostro network. L’accredito è valido per tutti i cinque giorni di manifestazione e avrà un costo di 5 euro.”
In un settore, quello appunto del giornalismo, dove ci sono così tante difficoltà per la parte economica l’iniziativa della fiera romana ha veramente del clamoroso anche perché non si capisce quale grande guadagno possano fare gli organizzatori dell’evento spillando qualche euro magari a un giovane che non si vedrà mai rimborsato dal proprio giornale.
Una politica miope e suicida quella di chiedere oboli per lavorare che dà il segno della difficoltà della professione. L’ordine dei giornalisti ha niente da dire a proposito?