Culture
Ilaria Capua, il sole della Florida ci ruba la scienziata deputata
IL RITRATTO/ La ricercatrice Ilaria Capua partirà per gli Stati Uniti, dove dirigerà il Centro di eccellenza dell'Università della Florida
Da Legnaro (Padova) alla Florida. Questo il trasloco di Ilaria Capua, una delle menti più brillanti della nostra scienza, cooptata da Mario Monti in Scelta Civica per le elezioni del 2013. Oltreoceano dirigerà un centro di eccellenza dove si studieranno approcci integrati per la tutela della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente
Di Elena Vergnano
La salutiamo che sta riempiendo le ultime valigie. Passaporto e biglietto aereo a portata di mano. E’ venuto il momento: si decolla, destinazione Orlando. Ilaria Capua, una delle più brillanti scienziate che il nostro Paese possa ed abbia potuto vantare – non è eccessivo paragonarla a nomi come Rita Levi Montalcini e Margherita Hack (con quest’ultima ricevette, nella stessa occasione, la cittadinanza ordinaria di Padova) – è l’ennesimo cervello che si allontana (fisicamente) e va a rendere omaggio alla ricerca italiana, ed alla sua capacità di ottenere risultati di eccellenza, oltreconfine. Nel suo caso oltreoceano.
A Gainesville, Florida, andrà a dirigere un centro di eccellenza One Health, dove si occuperà di salute umana, animale e dell’ambiente in modo integrato. Nulla che non si potesse fare anche in Italia, ha più volte ricordato Ilaria Capua: lei in realtà ci aveva provato in quel di Padova con il progetto della Città della Ricerca. Non è stato sufficiente neanche l’appoggio incondizionato del Governatore Zaia.
Cervelli non aveva difficoltà a calamitarne questa ricercatrice romana, arrivata a Padova nel 1998 all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che dalla placida campagna del Nord Est ha dato il là a scoperte epocali in tema di virus (il suo laboratorio decodificò la sequenza genetica del virus dell’aviaria isolato in Africa) e a rivoluzioni copernicane in tema di diffusioni dei dati scientifici. Più che copernicane galileiane visto che, come all’autore de Il Saggiatore, gliene hanno fatte scontare per avere rotto le consuetudini, osato infrangere schemi e paradigmi e rifiutare accessi privilegiati a database scientifici “chiusi” in cambio della disponibilità generalizzata in modalità open access delle sue scoperte.
Una fuoriclasse, Ilaria Capua, come dimostra il fitto elenco di riconoscimenti ottenuti a livello internazionale (compreso il Penn Vet Award, il Nobel della Veterinaria, mai attribuito ad una donna prima di lei).
Bella, comunicativa, con un’inglese madrelingua: una leader in un laboratorio “decentrato” del nostro sistema sanitario dove ha gettato il seme del cambiamento nelle politiche di sanità pubblica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Capace però di suscitare anche invidie… come può capitare ad una ragazza magica (canta Jovanotti “La mia ragazza magica che lancia in aria il mondo e lo riprende al volo…”). Eppure se oggi si aggiornano di continuo i database su Ebola e si mettono a fattor comune i progressi per batterlo, il mondo lo deve anche a Ilaria Capua. E se la comunità scientifica stigmatizza il Brasile per l’oscurantismosu Zika, anche questo va ascritto alla decisione di Ilaria Capua che, con la sua ribellione, ha posto l’accento sulla necessità della condivisione.
Per la nostra scienziata, dopo la parentesi parlamentare come deputata di Scelta Civica (ha presentato le dimissioni a inizio giugno), una nuova stagione proprio là, negli Stati Uniti, patria della definizione di “soffitto di cristallo” che Ilaria Capua, contando solo su impegno e merito, ha da tempo infranto.