Culture
“L'acustica perfetta”, quante emozioni con Daria Bignardi
IL 4 MAGGIO DARIA BIGNARDI PRESENTERA' IL ROMANZO ALLA LIBRERIA LIBERRIMA DI LECCE, DALLE ORE 19.30 |
di Alessandra Peluso
Non credevo che leggere “L'acustica perfetta” (Mondadori) mi avrebbe provocato un turbinio di emozioni, lasciandomi nel contempo profondamente sola nell'abisso dei miei pensieri. È un romanzo che scioglie le certezze e può farti divorare dai dubbi. Il dubbio di essere la persona che credi di essere, di trovarti al posto giusto con la donna giusta o con l'uomo adatto e di avere una famiglia quella perfetta, com'è raccontata dai mass-media, il dubbio di chiederti se mai ti fossi fermato un attimo sino ad ora a guardarti dentro, a sapere chi sei e a domandarti se tutto ciò che hai è ciò che realmente vuoi. Sembra strano ma esistono uomini che sono con le loro donne semplicemente per non rompere gli equilibri, o per paura di essere giudicati oppure ancor peggio per non conoscersi affatto. Ci sono solitudini, vuoti a volte incolmabili. E ciò che accade ad Arno, il protagonista del romanzo, l'uomo che la propria donna pone davanti allo specchio e lo costringe a conoscersi, a risolvere il suo ceco egoismo, ad un silenzio mai affrontato. È una storia bellissima, dolcissima come lo è l'autrice e tremendamente distaccata nel raccontarsi, raccontare. È una storia di silenzi loquaci, di un amore apparentemente perfetto come può essere l'acustica del violoncello di Arno. È sorprendente come sia possibile far vibrare le corde - quelle dell'anima - che si muovono stridenti tra loro provocando rabbia, dolore, solitudine.

E attraverso Arno si impara a conoscere anche Sara, una donna che si scopre particolare, taciturna, riservata, una donna che dietro al suo silenzio farà comprendere quanto sia complesso rompere l'apparente equilibrio e ciò che ne potrà conseguire. Ma è una donna matura, consapevole, che soprattutto dimostra cosa sia l'amore. “L'acustica perfetta” insegna ad amare gli imprevisti, che possono sembrare tali ma non sono altro che attrazioni - come una calamita che attrae il metallo anche se non si vede il campo magnetico che la circonda e non si conoscono le leggi del magnetismo - non sono altro che le nostre volontà che si dispiegano per sciogliere i nodi del proprio “Io” rimasti insoluti.
Conduce a riflettere, ad amare e a provare forse compassione per un uomo che capirà solo dopo cos'è l'amore. Non è mai troppo tardi. C'è il momento giusto per ogni cosa che accade perché deve, perché lo si vuole. È un romanzo terapeutico - se si può definirlo così - se lo si vuole ha questo straordinario potere, ha la capacità di emozionare e catturare l'attenzione del lettore che, mentre legge comodamente il libro, è scomodato dalla sua anima che lo smuove, emerge impetuosa, gli fa sentire la voce, una voce forse sino ad ora inascoltata. «Si sentiva solo il rumore della risacca, la luna illuminava la spuma delle onde: era una notte dolce come certe notti di luna al mare. Lì per lì non ci avevo fatto caso, me lo disse Sara tanto tempo dopo, che era una notte di luna. Mi rivelò anche che si era messa quel vestito, in effetti era una vecchia camicia da notte di sua nonna, perché c'era la luna piena, e sapeva cosa sarebbe successo». (p. 105).
È amabile la scrittura di Daria Bignardi come gli stessi versi di Dino Campana che riecheggiano nel racconto, il mare, i tramonti, la luna: una natura meravigliosa che Sara amava idealizzando quell'assoluto che negli umani non esiste. Un grazie sincero a Daria Bignardi che con “L'acustica perfetta” ha consolidato la speranza di colmare un giorno la solitudine e la fede nell'attesa.