Culture
L’arte del Novecento in due volumi di Sgarbi
“Il Novecento Volume I – II” e gli altri progetti de La nave di Teseo
Avevamo già scritto del primo volume a firma di Vittorio Sgarbi dedicato all’arte italiana del Novecento. Il progetto è stato portato a termine qualche mese fa dalla casa editrice La nave di Teseo pubblicando il Volume II – Da Lucio Fontana a Piero Guccione, con le prefazioni di Angelo Guglielmi e Italo Zannier.
Ne torno a parlare poiché l’autunno è la stagione ideale per visitare mostre d’arte da nord a sud, riscoprendo magari quegli autori del nostro Paese che conosciamo poco, o non apprezziamo abbastanza. Se tutti abbiamo in mente le figure filiformi di Alberto Giacometti, gli squarci sulla tela di Lucio Fontana e le provocazioni di Piero Manzoni, forse non si può dire lo stesso per quanto riguarda artisti meno inflazionati e discussi, seppur parte fondamentale del nostro prezioso bagaglio storico. È anche ad essi che Vittorio Sgarbi, in quello che Italo Zannier definisce un “Grand Tour culturale nell’implacabile ma in parte ignoto itinerario dell’arte italiana”, dedica testi e fotografie di intensa bellezza.
È l’epoca in cui il concetto stesso di arte si sta profondamente trasformando, accogliendo non soltanto nuove teorie e percezioni, ma anche innovative forme di comunicazione, tecnologie all’avanguardia, nonché la nascita del digitale: raccontarla in una serie di capitoli che riescano a restituirne una visione il più possibile fedele e completa non è quindi affatto facile, eppure Sgarbi riesce benissimo laddove molti altri hanno fallito.
“In questo volume – scrive l’autore a proposito del secondo tomo, con la vivace cover del Leopardo di Antonio Ligabue – io indico molte vite eccitate dalla comunicazione, a fianco di artisti straordinari invece abbandonati e dimenticati”. È il caso, ad esempio, del bergamasco Romualdo Locatelli, che soltanto nell’ultimo decennio è stato oggetto di mostre commemorative; di Giuseppe Ar, “un’anima inquieta e nervosa”, considerato da Sgarbi l’artista più poetico del Novecento italiano; o ancora di Ennio Morlotti, il quale purtroppo non raggiunse la stessa fama del suo amico Renato Guttuso. Se non ci fossero state le loro opere e quelle di molti altri nomi semi-sconosciuti, noti al più soltanto agli addetti ai lavori, il Novecento dell’Italia che cresceva, cambiava volto e recuperava fiducia dopo le esperienze drammatiche della guerra e del Fascismo non sarebbe stato lo stesso. L’arte non avrebbe mostrato una tale ricchezza di colori, di immagini, di pensiero, di profonda verità e surreale visione.
“Vi esorto a leggere il mio Novecento come qualcosa che sarà per voi rivelazione di percorsi segreti, di sentieri interrotti e di meravigliosi artisti sconosciuti”, conclude Vittorio Sgarbi nella sua Introduzione all’ultimo volume della serie Il Tesoro d’Italia. Lo stesso mi sento di fare anch’io: un suggerimento a leggere i due splendidi libri curati nel progetto grafico e nella composizione da Sara Pallavicini, per meglio comprendere la nostra storia, la nostra arte e le nostre ineguagliabili radici.
Ottobre è però anche il mese in cui La nave di Teseo, fondata da Elisabetta Sgarbi, lancia un nuovo, interessante progetto: la rivista letteraria Pantagruel sarà curata dalla stessa Sgarbi insieme a Vincenzo Santochirico, in collaborazione con la Fondazione Sassi di Matera. Il primo numero, in libreria dal 17 ottobre, avrà come tema il Pane e sarà presentato nel corso del Festival Terre del Pane a Matera, in una serie di incontri con gli autori dall’11 fino al 20 ottobre. Pantagruel ospiterà testi inediti di autori italiani e internazionali, in numeri monografici dedicati a temi che intrecciano arti, discipline, saperi.
Per maggiori informazioni: www.lanavediteseo.eu.