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Culture
La scrittrice Caterina Falconi: "I sì aiutano a crescere"

Di Oriana Maerini

Caterina Falconi ha gli occhi dolci, una donna che dedica la sua vita all’educazione dei ragazzi ma la sua passione è scrittura. Abruzzese, laureata in filosofia, ha lavorato due anni nel reparto pediatrico di un ospedale africano come volontaria. Attualmente è educatrice in un istituto di riabilitazione di Giulianova, dove vive con le due figlie. Ha vinto il premio Teramo nel 1999 con “Sulla breccia”  è il suo primo romanzo. Nel 2014 per l'editore Galaad ha pubblicato il romanzo “Sotto falsa identità”. Affari l’ha incontrata per la sua ultima fatica letteraria:  “E Invece sì” opera che nasce come risposta ai “libri dei no”, che hanno riscosso tanto meritato successo. Ed è firmata da tre grandi penne, sebbene utilizzate con diverse finalità: l’affermata autrice per ragazzi e non solo Caterina Falconi, lo scrittore bolognese Gianluca Morozzi, giallista, e il grande disegnatore Carmine Di Domenico, un vero guru della Marvel. “Lo abbiamo scritto però anche come replica narrativa ai no della vita. Ci sembrava giusto sottolineare l’importanza dell’assertività e della progettualità, che seguono o affiancano il coraggio di rifiutare le ingiuste limitazioni” spiega la Falconi.

I ragazzi hanno bisogno di storie positive?

I ragazzi hanno diritto alla speranza, a essere costruttori del proprio destino, a scegliere altrimenti e a realizzare i propri sogni. I personaggi del nostro libro (realmente esistiti o esistenti) dimostrano che è sempre possibile aprirsi un varco per andare avanti.

Come avete lavorato in tre?

Come una squadra affiatata, confrontandoci costantemente. Gianluca Morozzi e Carmine Di Giandomenico sono artisti di vaglia, persone amabili e collaborative, e il progetto ci entusiasmava.

L’illustratore è uno dei disegnatori di punta della Marvel…

È un disegnatore internazionale, ha un curriculum oceanico. Collabora con la Marvel, la DC comics, la Bonelli. Le sue illustrazioni non hanno semplicemente ritratto i personaggi, li hanno interpretati fotografando l’anima.

Personalmente quali storie l’hanno maggiormente coinvolta?

Quelle di John Nash e di Franco Basaglia. La prima per il coraggio dimostrato nella costruzione di un equilibrio dinamico e salvifico tra la dispercezione della psicosi e il rigore della matematica. La seconda per aver ribaltato il concetto di follia e aver reintegrato la diversità come degna di rispetto e fonte di ricchezza.

Le difficoltà nella vita sono d’aiuto per migliorarsi o sarebbe meglio farne a meno?

Le difficoltà sono in qualche modo necessarie. Il loro superamento contribuisce alla nostra felicità e motiva lo stare al mondo.

Quale risposta sta avendo il libro?

Il libro pare stia andando bene. Conosceremo l’esito della diffusione tra qualche mese. A noi basterebbe sapere che è stato di aiuto, conforto, incentivo, per qualche lettore. Quello è l’intento con cui abbiamo scritto e illustrato. Se poi venderà cospicuamente, tanto meglio!

Si dice che siano i no ad aiutare a crescere. Come la mettiamo con i sì?

Se non si affrontano le interdizioni, la crescita è arrestata. Ma è nella progettualità, nella costanza e nel coraggio della scelta che ci identifichiamo e diventiamo più compiutamente umani.

Scrivere è un modo per dire “e invece sì” alla vita?

Posso rispondere per me. Scrivere è il mio diversamente vivere. Una dimensione che abito la maggior parte del mio tempo. Ma non un esilio, piuttosto un’ansa interattiva con i lettori e persino con me stessa.

 Cos’altro leggeremo di suo?

Leggerete un noir psicologico ambientato a Teramo… e vi ho già spifferato troppo!

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    caterina falconie invece sì





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