Henri de Toulouse-Lautrec, la mostra a Milano
La vita di Parigi dipinta da Henri de Toulouse-Lautrec
di Simonetta M. Rodinò
Precursore della moderna cartellonistica, anticipatore delle inquadrature della rappresentazione cinematografica, Henri de Toulouse-Lautrec fu genio e innovatore della pittura.
L’ampia monografia “Il mondo fuggevole di Toulouse-Lautrec”, che da domani Palazzo Reale di Milano gli dedica, ospita oltre 200 opere, tra cui 35 dipinti, oltre a litografie, acqueforti e affiches, provenienti dal Musée Toulouse-Lautrec di Albi - dove nacque - e da importanti musei e collezioni internazionali: la Tate Modern di Londra, la National Gallery of Art di Washington, il Museum of Fine Arts di Houston, il MASP (Museu de Arte di San Paolo), e la BNF di Parigi, e da alcune collezioni private.
La straordinaria esposizione, curata da Danièle Devynck e Claudia Beltramo Ceppi Zevi, ripercorre il suo iter artistico che si allontana progressivamente da ogni convenzione accademica.
Dall’iniziale passione per la fotografia - gli piaceva essere ritratto in pose trasgressive e talvolta la foto era da supporto all’elaborazione del quadro - ai primi lavori su cani e cavalli: si resta impressionati dal modo in cui disegna questi ultimi. Ne coglie la figura con vivacità, sovrappone liberamente tratti brevi e nervosi, discontinui, riuscendo a restituire sia l’anatomia sia il movimento dell’animale.
Poi i ritratti ad amici, attori, ballerine; la vita di Montmartre nella Parigi della Belle Epoque con i suoi personaggi…
Principe dei nottambuli, rappresenta la sua epoca e nulla sfugge al suo occhio. Ironia e gusto per la derisione ricorrono in tutta la sua produzione e si traducono in numerose note a margine dei suoi disegni, rivelando la naturale inclinazione verso lo studio della realtà che accompagnerà la sua arte.
Non si riconosce nel suo mondo borghese, lui nato da due delle più antiche e nobili famiglie francesi, e sotto la maschera della spensieratezza e dell’allegria rivela il volto equivoco dell’universo del divertimento parigino.
Ecco poi i lavori sulle ragazze delle case chiuse, riprese con grande naturalezza durante i momenti intimi: non c’è volgarità, ma limpidezza descrittiva.
Frequentatore assiduo di bordelli e sale da ballo, Henry mostra dietro il trucco esagerato delle attrici, le risate degli spettatori, o l’animazione delle piste del circo una miseria sociale nascosta.
I manifesti infine: sono esposti tutti i 22 manifesti realizzati da Toulouse-Lautrec, accompagnati da studi e bozzetti preparatori: il segno è sempre più scorrevole, l’impostazione della scena più che descrittiva è simbolica. Non c’è dubbio che la sua iconografia abbia aiutato la fortuna di locali di svago da lui descritti, uno per tutti il Moulin Rouge.
Contrariamente all’amico Vincent Van Gogh, non si dedica all’autoritratto: in mostra l’unico realizzato nel 1880, “Ritratto di Lautrec allo specchio”.
La natura non fu generosa - fin da ragazzino deforme per una malformazione genetica - con il grande disegnatore dal segno scattante, il talentuoso ritrattista, l’eccellente colorista, sia nei dipinti sia nei manifesti, dalle cromie che man mano si fanno più tenui, traendo dalla cultura giapponese i colori piatti e le linee di contorno.
Uno stile di vita sregolato, l’eccesivo consumo di alcol e la sifilide lo indeboliscono fino a farlo morire 37enne. Era il 1901
“Il mondo fuggevole di Toulouse-Lautrec”
Palazzo Reale - Piazza Duomo 12 - Milano
17 ottobre – 18 febbraio 2018
Informazioni e prenotazioni: T.+39.02.54915
catalogo GAmm Giunti | Electa.
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