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Culture
Obama, "entro il 2030 primi uomini su Marte". Si cercano contadini-insegnanti

Obama, entro il 2030 invieremo i primi uomini su Marte


Gli Stati Uniti invieranno i primi uomini su Marte entro il 2030, e in questa direzione la Nasa sta lavorando insieme con aziende private. Lo ha annunciato Barack Obama in un articolo riportato dal sito della Cnn.

"Abbiamo fissato con chiarezza -scrive il presidente americano - un obiettivo vitale per la storia dell'America nello spazio: inviare esseri umani entro il 2030 e farli ritornare sani e salvi, con l'ambizione definitiva di fare in modo, un giorno, che possano restare li' per un tempo prolungato. Ottenere questo risultato -aggiunge Obama- richiedera' la cooperazione tra il governo e il settore privato piu' innovativo, e gia' siamo ben messi su quella strada. Entro due anni compagnie private invieranno per la prima volta astronauti verso la stazione spaziale internazionale".

- "Il prossimo passo -aggiunge Obama- e' andare oltre i confini dell'orbita della Terra. Stiamo lavorando insieme con partner privati per la realizzazione di nuove strutture che siano in grado di trasportare astronauti per lunghe missioni nello spazio profondo. Questo genere di missioni ci insegnera' in che modo gli esseri umani riescono a vivere lontano dalla Terra, ovvero cio' che abbiamo bisogno di sapere in merito a lunghi viaggi verso Marte". L'inizio dell'intervento di Obama su Cnn, che lo ha pubblicato in esclusiva, e' lirico, perfettamente dentro l'arte della retorica con cui il presidente americano conquisto' il suo mandato nel 2008 e ha proceduto nel corso di questi ultimi otto anni tirandone fuori i discorsi piu' brillanti: "Uno dei primi miei ricordi -scrive- risale a quando sedevo sulle spalle di mio nonno, sventolando una bandiera al rientro dei nostri astronauti alle Hawaii. Cio' accadeva un anno prima che mettessimo piede sulla luna. Decenni dopo abbiamo inviato rover (robot che girano in lungo e in largo il Pianeta Rosso, ndr) su Marte...Oggi provo lo stesso sentimento di stupore di quando ero bambino verso il nostro programma spaziale". Al termine dell'articolo Obama torna su quel ricordo: "Un giorno, spero di avere sulle mie spalle i miei nipoti. Guarderemo ancora le stelle con stupore, ma invece di desiderare il ritorno dei nostri intrepidi esploratori, sapremo che grazie alle scelte che facciamo oggi essi sono li' non solo per una missione, ma per restarvi. E questo rendera' migliori anche le nostre vite qui sulla terra".


Marte: Nasa cerca "contadini e insegnanti" per la colonizzazione


Be a martian!". Alla luce dell'ultimo annuncio di Barack Obama non sembra piu' un gioco artistico la carrellata di locandine vintage con cui l'estate scorsa la Nasa chiamava a raccolta "pionieri, contadini, insegnanti" per la colonizzazione di Marte. Se il presidente americano puo' indicare nel 2030 la data entro cui gli umani sbarcheranno sul Pianeta Rosso, tutto cio' e' frutto del lavoro che lo stesso Obama ha riconosciuto nell'articolo pubblicato sul sito di Cnn ricordando che le compagnie private che oggi vendono viaggi su Marte devono ringraziare "il lavoro sul terreno fatto da uomini e donne" dell'agenzia spaziale piu' famosa e importante del pianeta. Questi, a loro volta, non perdono il senso dell'umorismo mischiando nel sito web (www.nasa.gov) serissime descrizioni del loro lavoro e splendide immagini a espressioni dell'arte grafica della quale le locandine sono un prodotto godibilissimo: si va dalla "ricerca di esploratori", illustrata da un astronauta che si arrampica nel mezzo della Valles Marineris (scoperta nella zona equatoriale del Pianeta Rosso), a quella di "contadini", raffigurata da un colonizzatore che, pala alla mano, ricorda il Matt Damon che in "Sopravvissuto-The Martian" tenta di far crescere patate in una serra. A chiudere la carrellata arriva, e non potrebbe essere altrimenti per un invito (pur giocoso) all'arruolamento, lo 'zio Sam': non ha la barba colui che invita a unirsi all'impresa e non dice "Io voglio te" (come nel manifesto originale del 1917, per reclutare soldati da inviare in guerra) ma uno scafandro e una tuta spaziale, e la sua esortazione e' meno guerresca, pur levando l'indice verso chi legge: "Abbiamo bisogno di te".


Bignami (Asi), uomo su Marte? Obama molto ottimista


"Una dichiarazione che in un certo senso ricorda quella di Kennedy, nel 1961 quando annuncio' che gli Stati Uniti sarebbero andati sulla Luna, ma con la differenza sostanziale che allora il presidente era all'inizio del suo mandato, mentre Obama lascera' definitivamente la Casa Bianca tra qualche mese". Giovanni Bignami, astrofisico dell'Accademia dei Lincei e presidente emerito dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) commenta cosi' l'annuncio del presidente Usa, Barack Obama che oggi ha spiegato che la Nasa inviera' uomini su Marte entro il 2030

"I tempi indicati da Obama - ha detto Bignami all'Agi - sono assolutamente compatibili con una missione di crociera interplanetaria intorno al Pianeta Rosso, anche se, va detto, sono molto ottimistici. Per esempio io escludo che sia in cantiere una missione che preveda anche lo sbarco sulla superficie del pianeta e il rientro verso la Terra di un equipaggio umano. Tuttavia e' molto importante questo annuncio perche' mette nero su bianco una serie di impegni espliciti, come per esempio quello della collaborazione pubblico-privato su lungo periodo e anche a breve termine con l'avvio, entro due anni, di partenership con compagnie private per la gestione della Stazione Spaziale Internazionale". Per Bignami, che in questi giorni sta presentando la sua traduzione in italiano di "Progetto Marte" (Edizioni Dedalo) di Werner Von Braun, c'e' anche una seconda fondamentale differenza tra l'annuncio odierno di Obama e quello di Kennedy di 50 anni fa. "Allora - spiega - tutta l'industria americana era mobilitata in una corsa che era sollecitata dai grandi successi nello spazio dell'Unione Sovietica. Ora, senza nessuna nostalgia per la Guerra Fredda, sembra che manchi quel tipo di stimolo".

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