Culture
Opera, a Bruxelles "La Vestale" è libera, ma non del tutto






di Giovanni Zambito
Rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1807, "La Vestale" è una tragedia lirica in tre atti di Gaspare Spontini su libretto in lingua francese di Victor-Joseph-Étienne de Jouy, poco conosciuta dal grande pubblico.
Narra di Licinio, appena tornato da una fortunata campagna militare contro i Galli, che confessa all'amico Cinna di essere innamorato di Julia, destinata a diventare Vestale, a dedicarsi al culto del tempio e a vigilare il fuoco sacro.
Un amore ricambiato ma impossibile: la fanciulla esprime il suo dolore alla Gran Sacerdotessa, che però la esorta a continuare i servigi come serva della dea. Durante la celebrazione del trionfo, Licinio e Julia si danno appuntamento per la sera al tempio: purtroppo, però, il fuoco sacro si spegne e la condanna a morte attende la giovane.
Al Cirque Royale di Bruxelles c'è la possibilità di conoscere meglio l'opera, in scena fino al 25 ottobre con la direzione musicale di Alessandro De Marchi e la regia di Éric Lacascade.
L'intento di ridare lustro e smalto rimane parzialmente riuscito.
La musica iniziale sembra trasmettere nei suoi toni i vari momenti che si alterneranno nella narrazione. Il coro, disposto in maniera statica attorno all'orchestra, suggerisce una sorta di solennità quasi ad introdurre il pubblico in un clima e in un luogo (il tempio) che esige rispetto.
La performance vocale del tenore Yann Beuron nei panni di Licinio risulta convincente, meno quella di Alexandra Deshorties come protagonista: prende vita, vigore e intensità quando - dopo l'incoronazione di Licinio con l'alloro - rimane da sola a lamentarsi della sua condizione.
Si distingue per voce e interpretazione la Grande Vestale (Sylvie Brunet-Grupposo): pure nei momenti in cui non è al centro della scena, riesce a comunicare l'angoscia che prova nel sentire pronunciata la condanna di Julia e nel vederla murata viva.
Lascia un po' perplessi un dettaglio (importante) nella scena clou: quando cioè il segno divino svela la volontà degli dèi di sciogliere i voti proferiti dalla giovane e di riappacificarla con il cielo.
Ebbene, qui non c'è alcun fulmine che squarcia il velo da vestale di Julia, bensì un'altra vestale che furtivamente (ma non tanto) va ad accendere il fuoco.
Si poteva concepire un'idea più congeniale.
"La Vestale" di Spontini troverà un'altra occasione per riemergere completamente...