Santiago Sierra, mix di violenza, polemica e critica. La mostra
Mostre/ Santiago Sierra, mix di violenza, polemica e critica L’artista spagnolo ospite al PAC
di Simonetta M. Rodinò
Analisi su economica del mercato e leggi del capitale, sui diversi tipi di capitalismo, di democrazia, sui diritti dell’uomo, sui concetti di uguaglianza, libertà, dignità e rapporti tra l’individuo e la società, sfruttamento, emarginazione … sono le tematiche che ricorrono nelle opere di Santiago Sierra.
Il 51enne artista madrileno è ospite da domani al PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano con “MEA CULPA”, la prima grande antologica in Italia. La rassegna, a cura di Lutz Henke e Diego Sileo, dal titolo un po’ ingombrante, ha come obiettivo l’interrogarsi sulla responsabilità dell’arte contemporanea e sul ruolo dell’artista che decide di lavorare con figure rappresentanti della nostra società: zingari, prostitute, rifugiati…
Messaggi forti, diretti, spesso molto provocatori in cui mescola violenza, polemica e critica. L’autore spagnolo vuole stupire? Forse esorcizzare? Fare riflettere sul disagio esistenziale? O solo documentare una realtà violenta? Perché crude sono le sue opere.
Sculture, fotografie, opere filmiche, installazioni, oggetti esposti rappresentano il lavoro di oltre trent’anni.
Da “Riga di 250 cm tatuata su 6 persone retribuite”, dove sei giovani cubani disoccupati in piedi uno accanto all’altro si sono ritrovati con una linea continua tatuata sul dorso per il corrispettivo di 30 dollari a “Riga di 160 cm tatuata su 4 persone”, dove quattro prostitute tossicodipendenti accettano di farsi tatuare una linea sulla schiena in cambio del prezzo di una dose di sostanza stupefacente; dal “Graffito più grande del mondo”, in cui le lettere S.O.S., scavate nella sabbia del deserto del Marocco, davano voce alla disperazione di migliaia di persone allontanate per decenni dalla loro terra alla “Donna incappucciata seduta con il viso rivolto verso il muro”, lavoro performativo che nel 2003 Sierra, rappresentante della Spagna alla Biennale di Venezia, portò nel Padiglione murato. L’accesso era ammesso ai soli visitatori con passaporto spagnolo, una sorta di metafora della frontiera.
Oltre a video, fotografie in bianco e nero di grande e medio formato documentano le sue performance pubbliche.
“Santiago Sierra. Mea Culpa”
PAC - Via Palestro, 14 – Milano
29 Marzo 2017 - 4 Giugno 2017
Infoline: 02 8844 6359
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30- 19.30; martedì e giovedì 9.30 - 22.30 chiuso lunedì
Ingressi: intero € 8,00 - ridotto € 6,50
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