Culture
Milano... ritrovi poesia?

Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia...
Scomparsi i girini dal Parco di Milano,
scomparse rane e rospi, da tempo già scomparsi principi e principesse, quelli
che ci credevamo potessero trasformarsi.
Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia, ma lo si dice tanto per dire, tanto per non morire, ci vorrebbe un miracolo a Milano, magari che un fast food non diventasse uno slow food, chè è cambiato solo il nome, ma la sostanza è sempre quella, una gran fretta d'arrivare dove non si sa, di tirare la pianta dalle radici per vederla crescere più in fretta.
Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia, ma lo si dice tanto per dire, tanto per non morire, ci vorrebbe un miracolo nel Mondo, ci vorrebbe che uno stilista non facessse più abiti dove non ci può vivere nessuno, ci vorrebbe che uno che disegna, disegnasse cose che ci possano stare e usare nella nostra casa e che un architetto potesse avere anche i piedi nella terra e non solo "archi nel cielo".
Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia, ma lo si dice tanto per dire, tanto per non morire, ci vorrebbe un miracolo nel Cosmo, ci vorrebbe che un girino tornasse in quella fontana e che trovasse una mano umana, perchè so che deve stare al caldo per diventare rana.
Ci vorrebbe un nuovo Leopardi e un nuovo sabato del villaggio, non certo globale, dove anche l'essere umano sia quello che è, un Poeta Artigiano, uno che non scollega la mano dalla mente e dal cuore, uno che abbia l'orecchio in ascolto del silenzio, è lì che arriva la voce del di dentro, quella che cura e sana.
Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia, ma lo si dice tanto per dire, tanto per non morire, ci vorrebbe un coro, un coro di vecchi e di bambini, e di tutti quelli che stanno in mezzo, fragili rondinini, un coro fatto da una parola buona, una parola che ti tenga vicino , una parola che sappia che siamo Mistero, un ponte tra il reale e il vero.
Oggi che si dice in giro sia il giorno della Poesia, ma lo si dice tanto per dire, tanto per non morire, bisognerebbe fare un nuovo gioco: vedere il mondo dalla parte degli ultimi e vederlo come nostro.
Allora sarebbe il miracolo, un mondo dove la giustizia non sia la legge, dove una famiglia si possa amare, dove la scuola possa educare, dove la Poesia sia nuovamente energia. Un mondo dove le parole "NON SO" siano piene di follia creativa, un'ignoranza concreta aperta all'intimità di Dio.
qualche volta penso
che se adesso muoio
nessuno se ne accorge
e mi viene paura
che mi dimenticano
e magari mi lasciano
lì per terra
sino al prossimo inverno
ma poi penso
che dato che adesso è estate
in tutti questi mesi
ci pensa la natura
a non farmi dimenticare
arrivano le mosche le api e le formiche
magari si appoggia sulla mia testa un uccellino
e anche una farfalla che non sapeva dove andare
mi piacerebbe che arrivasse anche il girino
che ho visto ieri dentro alla fontana
e che si metta dentro la mia mano
perché so che deve stare al caldo
per diventare rana
poi mi copriranno le foglie
che cadono dagli alberi
e che fanno piano
come le carezze che volevo dalla mano dei grandi
cade anche qualche ghianda
un fiore che è fiorito tardi
una nocciola
e alla fine sono così bella e strana
che arrivano due angeli
e mi mettono in una scatolina
la scatolina la portano dritti sino in cielo
e poi lì non lo so cosa succede
ma dato che anche gli angeli vengono giù dal cielo
forse verrò giù anche io un’altra volta
e così mi fa meno paura essere morta.
da "TITA, su una gamba sola" di Patrizia Gioia / Edizioni MilleGru
Patrizia Gioia, 20 marzo 2014
i semi della gioia
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