Teatro/ "Crave" di Sarah Kane. Da Roma la tournée in tutta Italia
"Crave" di Sarah Kane in una regia in cui i personaggi perdono umanità
Teatrovivo.
di Lucilla Noviello
Crave di Sarah Kane in una regia in cui i personaggi perdono umanità.
Il giovane teatro inglese probabilmente nasce dalle pagine drammaturgiche di Sarah Kane, un’autrice che pur avendo scritto solo cinque opere, prima di togliersi la vita, negli anni Novanta ha segnato i testi, prima, e le scene, poi, con i corpi e le menti disperate dei suoi personaggi. Nell’opera Crave i quattro attori – che sulla carta sono rappresentati con quattro lettere dell’alfabeto e quindi non necessariamente divisi in uomini e donne – si distinguono poco, nel linguaggio inglese, per il sesso di appartenenza. Ad accomunarli maggiormente contribuisce la loro disperata ricerca del piacere e soprattutto della felicità, che però non troveranno mai. Ciò che li rende distanti è invece un’umanità cieca, incapace di dare, che ha fremiti, inciampi, dolori e infinite tenerezze – così ben sottolineate dalla bellissima recitazione femminile di Dacia D’Acunto e Morena Rastelli – che al Teatro India di Roma, guidate dalla regia di Pierpaolo Sepe e insieme con Gabriele Colferai e Gabriele Guerra - portano dal 4 al 10 ottobre sul palcoscenico romano quest’opera – che poi partirà in tournè in tutta Italia, ma che rimane ancora troppo poco rappresentata nel nostro Paese. Sono quattro personaggi umiliati dall’esistenza, per esperienze e per incapacità personale, che Pierpaolo Sepe inserisce in una gabbia – un manicomio, dei bagni pubblici, un non- luogo asettico e privo di luci o calore – ma che meglio probabilmente avrebbero vissuto la loro parentesi di personaggi in un bar o in un altro comune contesto in cui i loro dialoghi – mozzi, impossibili, che recano ansia per le storie raccontate ma non completate, prive di morale o di finale ma che non smettano mai di provare ad essere comunicazione – avrebbero trovato una maggiore densità. E meglio sarebbe restato presente nel pubblico il desiderio triste di ognuno dei personaggi – ma anche di ognuno di noi – di essere amati. Le grida, i corpi nudi, lo scambio di battute come fossero oggetti tirati contro un muro, ci portano alla mente una sperimentazione teatrale di quaranta anni fa. Sarah Kane ha scritto e vissuto la sua vita in tempi più recenti. E meno speranzosi.
Crave, di Sarah Kane. Regia di Pierpaolo Sepe. Con Gabriele Colferai, Dacia D’Acunto, Gabriele Guerra, Morena Rastelli. Al Teatro India di Roma fino al 10 ottobre e poi in tournée in tutta Italia
Iscriviti alla newsletter