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Culture
Ceglie Messapica, la città delle grotte: sensazionali scoperte del Pleistocene
La mandibola dell'orso scoperta da Speleocem (Ceglie Messapica)
Nella parte superiore topograficamente della collinetta è presente un'altra apertura a pozzo per accedere alla cavità. L'accesso è poco agevole e la bassa volta poco concrezionata costringe gli speleologi a procedere carponi per circa 12 metri. Il pavimento della grotta è formato da terra rossa (bolo), che appare più scuro in superficie.
 
Nel corso di una esplorazione  finalizzata al rilievo topografico e speleologico della cavità necessario per il suo accatastamento speleologico regionale, effettuata dai soci Antonio Conserva, Carmine Petarra, Margherita Maci, Giovanni Amico, Silvio Laddomada del Centro Speleologico Alto Salento, e Vito Amico presidente del gruppo Speleocem, sono state raccolte in superficie delle grandi ossa animali, per gran parte ricoperte da concrezioni calcitiche nerastre, alcuni denti, un cranio ed una parte di mandibola, anch'essa ricoperta di terra rossastra.
 
Il materiale cosi recuperato e custodito nella sede dello Speleocem è stato esaminato dall'ispettore onorario della soprintendenza archeologica, dott. Eugenio Casavola, paleontologo, che ha avuto espressioni di lode per il gruppo speleo che con le sue ricerche ha arricchito il territorio di Ceglie con grandi conoscenze.
 
Le ossa rinvenute in grotta certamente fluitate da eventi alluvionali, sembrano provenire da un'area di macellazione, sovrastante topograficamente la grotta. Alcune appaiono spaccate intenzionalmente secondo la consuetudine paleolitica  dell'estrazione del midollo. Si riferiscono a specie di grande taglia di progenitori del cavallo e bue attuali, vissute nel Pleistocene medio-superiore. Tra i carnivori è presente la volpe, il lupo e infine l'orso delle caverne. Quest'ultima specie rinvenuta nel territorio solo a Matera, Castellaneta e Ostuni, fa dell'attuale ritrovamento una chicca per Ceglie che tra grandi carnivori aveva in precedenza recuperato in altra grotta la Iena delle caverne. 
 
Questi materiali osteologici saranno oggetto di  pubblicazione  scientifica ed i dati saranno presentati nel prossimo convegno regionale di speleologia.
Come doveroso, è stato segnalato il ritrovamento al funzionario archeologo della Soprintendenza archeologica di Taranto, dott.ssa Annalisa Biffino, per le consequenziali attività di tutela e valorizzazione da parte dell'Ufficio.

Il Gruppo Speleocem, ponendoli a disposizione della collettività, auspica la loro tutela e conservazione nell'abitato di Ceglie con adeguata esposizione, nel Centro di documentazione o nella grotta di Montevicoli o presso altra struttura.

LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DEL RITROVAMENTO ALLA SOPRAINTENDENZA

Questa mia segue il messaggio a Lei inviato con whatsapp il giorno 2.01.2022 riguardante l'oggetto.A febbraio2019 il presidente del gruppo Speleocem di Ceglie, comunicò alla stampa la scoperta di una grotta in loc. M.Pizzuto a Ceglie. Da allora risulta che numerosi speleologi dei gruppi: GSM, GGG, GSAS, hanno visitato la cavità, che si presenta di difficile accesso, presenta volta bassa molto fratturata, priva di stalattiti, con pavimento terroso e pietroso, lunga circa 12 metri alla cui fine è presente un altro accesso dall'alto, posto a quota topografica più elevata. Nel corso dei rilievi topografici effettuati dallo Speleocem, al fine di trasmettere al catasto speleologico regionale la pianta e sezione della grotta, i rilevatori hanno notato la presenza in superficie tra terra rossa e pietrame, di ossa e denti.

Li hanno raccolti preservandoli da distruzione o dispersione di altri gruppi speleo e conservati presso la sede dello Speleocem a Ceglie Messapica. Ho esaminato a Ceglie le ossa che ritengo di notevole interesse paleontologico. Si tratta di ossa lunghe, craniali, mandibolari e denti, forse fluitate in grotta da aree di macellazione, sono per lo più tanto ricoperte da concrezioni calcitiche da essere quasi irriconoscibili. Osservandole attentamente ritengo trattarsi di Equus, Bos, lupo, volpe, orso specie sicuramente pleistoceniche. In qualità di Ispettore onorario e collaboratore della Soprintendenza in tema di paleontologia dei vertebrati, con la presente, ho voluto informare l'Ufficio dell'eccezionale ritrovamento, per i provvedimenti conseguenziali di tutela. Distinti saluti Eugenio Casavola.

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