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Il "miracolo" di Trump: con i dazi all'Ue "resuscita" l'unità delle opposizione. Torna il "campo largo"?
Tutte le minoranze per la linea dura alla Macron. Inside

Primo test fondamentale le elezioni regionali
Il "miracolo" di Donald Trump. Lo chiamano così in Parlamento, ironicamente, ciò che ha scatenato il presidente degli Stati Uniti con il suo annuncio di dazi al 30% dal primo agosto nei confronti dell'Unione europea, e quindi anche dell'Italia. E il "miracolo" è l'inatteso e quasi insperato se non impossibile ricompattamento delle opposizioni.
Da Alleanza Verdi Sinistra al Movimento 5 Stelle passando per tutte le anime del Partito Democratico fino ad Azione e Italia Viva, tutte le minoranze rappresentate in Parlamento sono unanime nel chiedere al governo di tenere la "schiena dritta" e nel condannare senza se e senza ma la (minacciata per ora) guerra commerciale del tycoon. Le divisioni sull'Ucraina e sul riarmo, così come sulla politica energetica e su molti altri temi economici e non solo restano, ma contro i dazi Made in Usa le opposizioni fanno quadrato e ritrovano un minimo comun denominatore che con i referendum su lavoro e cittadinanza si era smarrito quasi definitivamente.
Certamente è presto per parlare di una possibile unità del Centrosinistra, anche perché Azione apprezza la cautela europeista di Giorgia Meloni, ma se tutto naufragasse e ci fosse un conflitto (economico) con gli States, con la premier nell'angolo e il suo ruolo di pontiere con gli Usa smentito dai fatti, il 'campo largo' potrebbe magicamente rinascere sulle macerie di una gravissima recessione economica scatenata dai dazi di Trump.
D'altronde i liberali di Emmanuel Macron (ovvero Calenda e Renzi) come tutto il campo della sinistra e della socialdemocrazia europea (quindi Alleanza Verdi Sinistra, 5 Stelle e Partito Democratico) sono i più critici nei confronti della Casa Bianca e pronti a far scattare le contro-misure, compreso anche il cosiddetto bazooka che andrebbe a colpire gli interessi dei colossi del web americani. Una mossa che i Popolari di Ursula von der Leyen e la presidente del Consiglio vorrebbero scongiurare ma che l'Eliseo e molta parte delle sinistre caldeggia. La possibile, o forse probabile, guerra commerciale con l'America rilancia l'ipotesi di coalizioni di Centrosinistra alle prossime elezioni regionali.
Un test significativo in vista delle Politiche del 2027 (o anche prima se il governo implodesse) che, almeno sperano al Nazareno, potrebbe convincere tutti nelle opposizioni a fare un passo indietro, a rinunciare a qualcosa per creare un'alternativa unitaria al Centrodestra meloniano. Per il candidato (o la candidata) premier c'è tempo e soprattutto c'è sempre l'ipotesi di un esterno che unirebbe tutti, viste le scintille tra Elly Schlein e Giuseppe Conte sul tema della leadership.
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