Economia

2024, l’economia rallenta tra disinflazione, debito in crescita ed elezioni

di Daniele Rosa

Stati Uniti e Cina ok, l'Eurozona resta al palo. Il 2024 sarà un anno record anche per numero di elezioni libere e non

2024, anno  delle tre D: disinflazione, debito e deglobalizzazione

Disinflazione, debito, deglobalizzazione, saranno le tre D che incomberanno sul 2024. Ma ci sarà pure un altro fattore importantissimo: le elezioni. Il 2024 sarà, a questo proposito, un anno record. 76 Paesi andranno al voto. Anche se, come confermato dall’Economist Intelligence Unit solo in 43 di questi ci saranno votazioni libere ed eque mentre in altri 28 non ci sono le condizioni per un voto democratico. In Otto dei dieci Paesi più popolosi del mondo, Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti, si andrà al voto. Per quanto riguarda l’economia l’anno che si sta per chiudere è stato caratterizzato da crescite e altrettanti rallentamenti inaspettati. Un posto tra i paesi in crescita spetta sicuramente agli Stati Uniti che tanti davano ai bordi della recessione mentre hanno mostrato una resilienza e una capacità di ripresa sorprendenti. Tutto questo si traduce per l’anno che si chiude (secondo il FMI) in un lieve aumento della crescita globale (3%) rispetto alle previsioni di dodici mesi fa che stimavano invece un 2,7%. Nello stesso trend virtuoso, come gia detto, gli Stati Uniti (dall’1% stimato al 2,1%), come pure la Cina che ha toccato il 5% rispetto ad una stima del 4,4%.

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2024, in sofferenza come nel 2023 quasi tutta l'Eurozona

Sul versante dei paesi in rallentamento spicca l’Eurozona con un modesto 0,7% rispetto a previsioni dell’1,1%. La locomotiva tedesca è ancora in recessione tecnica. L’Italia sembra cavarsela meglio di tante altre nazioni, in primis la Francia. Mentre la sorpresa in controtendenza è la Spagna che chiuderà il 2023 con un trend al 2,5% contro le previsioni dell’1,2%. Buona parte degli analisti economici sono convinti che sebbene il pesante aumento del costo del denaro abbia messo alla prova tutte le economie,  il risparmio delle famiglie e in parte i sostegni dei Governi ( trasferitisi sui debiti pubblici) abbiano dato una mano alla resilienza del sistema economico dei paesi industrializzati nel suo complesso. Altro discorso per le economie in via di sviluppo che sono state invece pesantemente toccate dagli aumenti delle banche centrali. Hanno dovuto pagare il danaro molto di più e i loro debiti già pesantissimi si sono allargati. Chi a fatica è riuscito a pagare i debiti lo ha fatto a scapito di investimenti in sanità, scuola e infrastrutture.

2024, le previsioni con luci ed ombre

Come si presenta l’anno che verrà? Tra i paesi emergenti, gli analisti mostrano particolare preoccupazione per le finanze di Brasile e Sud Africa. Se da una parte gli osservatori non si aspettano una crescita sostenuta ma al contrario un ulteriore rallentamento generale, dall’altro (e già le Borse li stanno scontando) i rialzi dei tassi sembrano essere terminati e ci si aspetta un’inversione di tendenza. Dal canto suo la Fed ha previsto già tre tagli dei tassi nel 2024. Ma le previsioni del FMI sull’inflazione non sono così ottimistiche. L’organizzazione internazionale infatti stima che l’obiettivo del 2% sarà probabilmente raggiunto nel 2025 e quindi questo comporterà ancora tassi si in discesa ma ancora alti , nonostante i possibili ribassi delle banche centrali.  Ma la crescita generalizzata  rimarrà comunque contenuta, scarsa e diseguale anche per i prossimi anni (3,1% nel 2028 secondo l’FMI). E gli squilibri geopolitici non saranno  certo di aiuto. Per l’Europa il ritorno ai rigori del patto di stabilità, allentato durante la pandemia, sembra essere rimandato al 2025 dando un certo respiro ad economie in equilibrio delicato come Italia e Francia. E pure gli Stati Uniti, pur con una crescita robusta al 3% sono e saranno alle prese con un debito pubblico in aumento al 7,5%.

2024, un anno record per il numero di elezioni

Da non dimenticare che il 2024 sarà un anno elettorale, con gli Stati Uniti in testa seguiti da Europa,Russia ed altri. Le sorprese , come già accaduto quest’anno con Argentina e Polonia, potrebbero avere riflessi sui trend economici dei vari paesi. Ed infine l’altro fattore che potrebbe modificare i trend di sviluppo del 2024 e dei prossimi anni sono le alleanze tra i paesi sul commercio. Ad esempio il Messico riesce ad aumentare il proprio export negli Stati Uniti, la Cina lo sta diminuendo nei confronti di tutto l’Occidente (meno via della seta ad esempio per l’Italia). E tutto questo potrà cambiare anche equilibri politici. Insomma sanzioni, cambiamenti di Governi, nuovi accordi commerciali potrebbero modificare nel breve periodo molte previsioni che, comunque, per l’anno che si affaccia, non sono di crescita economica da boom ma invece sono ricche di tante ombre e rallentamenti.