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Economia
A Milano, le sinergie pubblico-private a sostegno della crescita

Fare sistema: la parola chiave che emerge dal convegno di apertura della FinanceCommunity Week. A confrontarsi realtà pubbliche e private – Poste Italiane, Tim, Open Fiber, Italgas – ma anche banche, quali BNP Paribas e Illimity.

La FinanceCommunity Week – organizzata da LC Publishing Group e Vitale & Co. con il patrocinio del Comune di Milano – si è aperta oggi a Milano con un convegno dedicato al ‘sistema paese’. Al centro del dibattito le strategie del pubblico e del privato per la crescita economica italiana. Tanti gli esempi dai quali prendere spunto nel commento di Roberto Sambuco, partner dell’organizzatore Vitale & Co.: “Poste Italiane è un esempio virtuoso di innovazione nel territorio. Un altro segnale positivo è l’accordo Fiat-Peugeot, un’operazione straordinaria e paneuropea che permetterà a entrambe le aziende di essere disruptive”. Importante, a detta di Sambuco, “concentrare gli investimenti sulle reti a fibra ottica, una cosa che serve al paese per ridurre il digital divide”. Quanto al tema all’ordine del giorno dell’agenda pubblica Sambuco dice sì all’Ilva: “Il salvataggio dell’Ilva è necessario perché i costi di chiusura sono troppo onerosi per tutti noi”. “Infine, sì al Progetto Italia con Salini Impregilo per la realizzazione di un polo delle costruzioni dove la Cassa Depositi e Prestiti ha avuto un ruolo importante, il ruolo di azionista di minoranza per riqualificazioni virtuose”.

Il ruolo delle aziende di sistema nella crescita economica: Poste Italiane per le reti, dalle grandi città ai piccoli comuni

Il ruolo delle aziende di sistema è fondamentale anche per l’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante: “Abbiamo sulle spalle una responsabilità che va oltre quella finanziaria nei confronti degli azionisti privati”, ha detto Del Fante. “Un esempio positivo è quello dell’infrastruttura dell’alta velocità che mette in comunicazione tutto il paese. Un esempio in negativo è il programma di sussidi alla produzione di energia elettrica, in particolare fotovoltaica, che ha visto incentivi generosi ma in assenza di una regia di sistema. Un altro esempio di progetto virtuoso tuttora in corso è quello di Tim per il 5G. E poi ci siamo noi, con il nostro sostegno ai piccoli comuni per modernizzare i servizi connettendoli attraverso la rete”.

Il tema delle reti è fondamentale per Del Fante che ha ricordato come queste permettano al paese “di rimanere collegato e di essere moderno, dunque produttivo”: “Il sostegno alle reti da parte di Poste Italiane e delle imprese che oggi sono qui attiene a un tema di efficienza, di inclusione sociale e di tenuta della democrazia”, ha spiegato Del Fante ad Affaritaliani.it. “L’era digitale deve essere considerata un’opportunità, a maggior ragione per un paese come l’Italia, ricco di realtà locali eccellenti ma spesso lontane. La tecnologia permette, in buona sostanza, di fare molto di più con meno risorse, senza che ciò vada a intaccare il lavoro”. “La concorrenza oggi è alta e si gioca su scala globale”, ha proseguito l’AD di Poste. “Presidiare il territorio e le aziende di sistema è necessario per rimanere competitivi”. Se il 60% dei grandi colossi multinazionali dichiara di voler fare fusioni e acquisizioni “fare sistema con queste realtà è la soluzione, ma con l’imperativo di mantenere su questo territorio il più possibile posti di lavoro”, ha concluso Del Fante.

Dalle reti sociali alle reti mobili: la sfida di Open Fiber per connettere il paese e la proposta di accordo su rete unica

Per Franco Bassanini, Presidente di Open Fiber “le sinergie pubblico-private sono una delle chiavi del successo e della crescita”: “La relazione tra questi soggetti, oggi più che mai, deve essere di stampo collaborativo, senza mettere in discussione le dinamiche della libera concorrenza. Il problema è che in Italia il pubblico è una delle principali cause di bassa crescita. Altri fattori negativi sono l’incertezza della politica e  delle regole (si guardi al caso Ilva) nonché quella di applicazione delle stesse. In un mondo dove aumenta l’imprevedibilità, il pubblico deve dunque creare le condizioni per attrarre gli investimenti privati e intervenire per promuovere i progetti di riqualificazione, come nel caso di Cdp all’interno del Progetto Italia”.

Quanto all’infrastrutturazione digitale del Paese, Bassanini ha poi aggiunto ai microfoni di Affaritaliani.it: “La trasformazione digitale richiede connettività ad altissima capacità, attraverso rete fibra, 5G ed edge cloud computing. L’Italia è in ritardo e Open Fiber punta, senza le incertezze di altri operatori, sulla fibra perché riteniamo sia la tecnologia del futuro nonché di base al 5G. Siamo nati meno di 3 anni fa ma, con i quasi 8 milioni di unità immobiliari raggiunte – su 30 milioni complessivi in Italia – siamo a poco più di un quarto del cammino”. La rete unica sarebbe, a detta di Bassanini, la soluzione per essere un paese competitivo, ma “richiede la disponibilità di vari interlocutori nonché di rispettare alcune condizioni europee in materia di anti-trust. Se sarà possibile trovare un accordo fra gli operatori, vantaggioso per ognuno di loro, e una compliant regolatoria, ne avremo tutti benefici. La competizione infrastrutturale ha molti vantaggi, ma anche alcuni svantaggi – in particolare in Italia dove abbiamo bisogno di recuperare un ritardo – comportando il rischio di duplicare gli investimenti e di doversi contendere una fetta all’interno di un mercato già molto affollato. Se vogliamo avere una rete competitiva al pari di quelle di altri paesi europei dobbiamo mettere a fatto comune le risorse. Un esempio su tutti: la Spagna, uno dei principali soggetti al quale ci paragoniamo, che entro la fine del prossimo anno avrà coperto tutto il territorio con fiber to the home e dismetterà il rame”.

Rete 5G di Tim: svilupparla è il fattore abilitante della competitività

Fra i tanti progetti di modernizzazione del Paese un ruolo importante è assegnato allo sviluppo della rete 5G di Tim. “Operando in tecnologia siamo un fattore abilitante”, ha detto Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di Tim, “e lo siamo in un paese complesso come il nostro, dove lo stato dovrebbe essere il soggetto che regola l’utilizzo efficiente e mirato dei fondi pubblici”. “Oggi, con tassi di interesse così bassi, l’unica cosa che non manca sono i capitali; si tratta dunque di trovare il modo per utilizzarli al meglio, per non disperderli”. Ecco perché le sinergie fra soggetti privati e pubblici diventano fondamentali: “Se la competitività italiana è priorità dallo stato, non dovremmo avere un così alto costo dell’energia perché questo va a incidere sullo sviluppo dei data center che sono fondamentali nel processo di trasformazione tecnologica in corso”. Si tratta, quindi, a detta di Gubitosi, “di modificare alcuni meccanismi normativi che frenano l’avanzata, ma anche di dare continuità alle politiche dei governi”: “In un’impresa il nuovo amministratore delegato di norma prende in mano ciò che ha fatto il precedente e cerca di arricchirlo; così non accade nella politica, dove si riparte ogni volta da zero. Come paese dobbiamo rimuovere queste complicazioni”.

“C’è poi un assoluto bisogno di investimenti”, ha proseguito – intervistato da Affaritaliani.it – l’AD di Tim; “investimenti che vengano dal mondo della finanza. Non ci accorgeremo di quanto il 5G cambierà le nostre vite perché ciò avverrà gradualmente. Tuttavia richiederà grandi sforzi affinché non ci sia chi rimane indietro”. “Dobbiamo includere”, ha concluso Gubitosi, “con progetti rivolti a imprese e cittadini per cogliere le opportunità del nuovo mondo che si sta affacciando all’orizzonte”.

Le connessioni al centro della strategia di Italgas: da un lato, pmi; dall’altro, il pubblico

Anche Italgas lavora per sviluppare connessioni. “Abbiamo un ruolo importante per rendere le imprese italiane più competitive e lo facciamo coinvolgendole su progetti di sviluppo”, ha raccontato ad Affaritaliani.it Paolo Gallo, Amministratore delegato e direttore generale di Italgas: “I nostri partner industriali sono quasi tutti medie aziende che cerchiamo di far crescere coinvolgendoli, per esempio, nei progetti di costruzione di reti digitalizzate. Sono eccellenze, queste, che non hanno apertura sul mercato internazionale. Il nostro compito è presentarli a una comunità internazionale come recentemente abbiamo fatto a una due giorni di incontri che si è svolta in Cina. Questo è il nostro modo di fare sistema. Il nostro sostegno all’innovazione con investimenti specifici è parte della responsabilità verso il paese”.

“Siamo privati”, ha poi aggiunto Gallo a proposito di sinergie pubblico-private, “ma abbiamo un importante azionista come Cdp che è pubblico. Questo è un connubio positivo che ci permette di fare investimenti e programmi di sviluppo. Un esempio su tutti: siamo riusciti a portare il Fondo Marguerite, partecipato da tutte le casse depositi europee, a investire in Italia, in particolare sul nostro progetto in Sardegna, segnale che quando un progetto è solido i denari pubblici arrivano”.

Banche e imprese: è ora che la finanza sia responsabile. Questa la missione di Illimity

“La finanza è il punto dal quale ripartire”. È questo il parere che il banchiere Corrado Passera, oggi a capo di Illimity, ha rilasciato ad Affaritaliani.it. “Esiste una categoria enorme di piccole e medie imprese dal grande potenziale che però non godono di grande patrimonializzazione. Aziende che non riescono a trovare il modo di fare un grande salto. Poi ci sono quelle aziende medio e medio-piccole che hanno avuto problemi, ma anche la voglia di tirarsi fuori da quei problemi. Gran parte della finanza sta indietro, non interviene, non si prende la responsabilità perché pervasa da un’attitudine al breve periodo. Con conseguenze enormi in termini di costi sociali. Io credo invece che la finanza possa fare la differenza, dedicandosi in modo specifico a questo segmento di richiedenti credito”. “Non è soltanto un sostegno finanziario”, ha concluso Passera, “ma una scommessa sul futuro”.

Debito bancario e venture capital: da BNP Paribas strumenti a sostegno delle imprese per crescere

Stessa attenzione al territorio anche da parte di BNP Paribas, banca internazionale ma dalla forte vocazione locale: “L’Italia è per il Gruppo il terzo paese di riferimento con 13mila persone”, ha detto Vittorio Ogliengo, Executive chairman di BNP Paribas Corporate & Institutional Banking Italy e Vice Direttoe Generale BNL. “Qui abbiamo deciso di specializzarci sul ribilanciamento del rapporto tra debito bancario e mercato dei capitali. Oggi in un contesto di quantitative easing, con disponibilità enorme di liquidità, dobbiamo guardare al futuro perché non durerà, a maggior ragione per le imprese italiane che hanno scarsa possibilità di accedere ai capitali. C’è dunque un grande lavoro da fare per mettere in contatto investitori domestici e internazionali con le imprese. Guardando ai dati 2018 sul venture capital in Italia rispetto ad altri paesi, per esempio Francia, abbiamo tanto ancora da fare”. “Agire in sinergia con le imprese”, ha concluso Ogliengo ad Affaritaliani.it, “significa capirne i fabbisogni, come quello di aggregarsi per affrontare le sfide internazionali, e fornire una risposta”.

 

 

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