Economia
ACEA, gli accordi con i sindacati migliorano la legge
Le aziende non hanno bisogno di maggiori libertà di licenziare i lavoratori ma di nuovi meccanismi che fidelizzano i dipendenti verso un sistema maggiormente partecipato e condiviso
L’accordo tra ACEA e i sindacati è il risultato di un confronto tra le parti che intendono guardare al futuro delle relazioni industriali, basate su esigenze determinate dall’inserimento di nuove tecnologie e modelli organizzativi che entrano nei processi lavorativi. Si tratta di un accordo di secondo livello che coinvolge l’intero Gruppo ACEA e tutte le società collegate, un gruppo di quasi 8.000 dipendenti, una delle più importanti multiutility italiane.
"Le trattative sindacali garantiscono sempre condizioni migliori e a favore dei lavoratori, un esempio è il contratto integrativo firmato tra Acea e sindacati, che oltre ad essere legittimo ripristina la qualità e la dignità del lavoro data dal reinserimento dell'articolo 18. In Italia, il caso Acea dovrebbe essere l'inizio di una lunga serie di contratti aziendali volti a debellare le conseguenze vergognose del Jobs Act". Lo ha affermato Paolo Capone, il segretario generale dell'Ugl.
La parte che più ha fatto parlare in questi giorni è sicuramente il superamento della legge 92/2012 e delle norme del Jobs Act, ciò è contenuto nell’art. 22 dell’accordo ACEA con i sindacati e che riguarda il ripristino dell’art. 18 della legge 300/70 anche per i nuovi assunti.
“Ciò dimostra che le aziende non hanno bisogno di maggiori libertà di licenziare i lavoratori ma di nuovi meccanismi che fidelizzano i dipendenti verso un sistema maggiormente partecipato e condiviso. Infatti, si tratta di un accordo complesso composto da 10 capitoli e 40 articoli innovativi, dal premio risultato, che può raggiungere nel prossimo triennio un massimo di 2.490 € e nell’ambito del quale è previsto il welfare a catalogo, la possibilità di destinare parte del premio nel fondo di previdenza complementare, migliorando l’assistenza sanitaria. È oltretutto importante la valorizzazione del lavoro stabile con il ripristino dell’art. 18 L.300/70 e la promozione del ricambio generazionale con nuovi profili professionali, attraverso l’art. 4 con la cosiddetta isopensione.” Ha dichiarato Luigi Ulgiati, segretario nazionale Ugl chimici.