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Economia
Alibaba punta a raccogliere 12,9 mld. La spinta di Pechino sulle Ipo tech

Mentre per le strade infuria la protesta, la Borsa di Hong Kong si ripropone come hub finanziario di prima importanza internazionaleAlibaba ha annunciato oggi il prezzo del suo collocamento con il quale punta a raccogliere fino a 12,9 miliardi di dollari.

E in arrivo sul listino dell'ex colonia britannica c'è anche Megvii, gruppo specializzato nel riconoscimento facciale, che ha confermato la sua volontà di quotarsi con un obiettivo compreso tra 500 milioni e un miliardo di dollari. La scelta di Alibaba e Megvii rappresenta quasi un doppio voto di fiducia, teso a rincuorare l'economia di Hong Kong messa in difficoltà dai disordini politici e dalla guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina.

La società fondata da Jack Ma, già quotata a Wall Street, ha fatto sapere che collocherà 500 milioni di azioni a 176 dollari di Hong Kong ciascuna, leggermente sotto il prezzo massimo della forchetta prevista, fissato a 188 dollari. In totale, fanno 11 miliardi di dollari, cui se ne potrebbero aggiungere quasi altri 3 se verrà esercitata interamente la greenshoe da 75 milioni di azioni.

In ogni caso, la quotazione rappresenterà l'Ipo più grande registrata a Hong Kong da quella con cui il colosso assicurativo Aia raccolse 20,5 miliardi di dollari nel 2010. Il collocamento di Alibaba è stato fortemente voluto dal governo cinese e le autorità per la Borsa di Hong Kong hanno dovuto modificare le regole per consentire la presenza dei titoli su due listini. A testimonianza dell'intenzione cinese di riportare la Borsa di Hong Kong al suo ruolo di hub finanziario primario per l'intero Estremo Oriente c'è anche la notizia dello sbarco in Borsa di Megvii.

La quotazione, riferisce il Financial Times, era stata messa in dubbio dall'iscrizione del gruppo di Intelligenza artificiale nella blacklist statunitense per violazione dei diritti umani, ma ora la società avrebbe deciso di procedere comunque e ha avanzato richiesta in questo senso alle autorità.

Difficilmente l'Ipo sarà chiusa già entro quest'anno. Megvii ha raccolto a maggio 750 milioni di dollari da alcuni importanti investitori, come il braccio per il private equity della Bank of China e l'Abu Dhabi investment authority. Non ha dunque bisogno di liquidità.

L'obiettivo, che va di pari passo a quello politico, è incassare una cifra compresa tra i 500 milioni e il miliardo di dollari nel 2020. Un anno, il prossimo, che potrebbe rivelarsi decisivo per il rilancio della Borsa di Hong Kong. E' lunga infatti la lista di sbarchi di società tech in calendario, tutti più o meno sponsorizzati dal governo centrale. Tra i più importanti si segnalano le Ipo di ByteDance, la società che controlla TikTok, e di Ant Financial, la controllata fintech di Alibaba.

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