Ancora sindrome cinese e tornano le vendite in Borsa
Il manifatturiero cinese tocca i minimi degli ultimi sei anni e mezzo ad agosto scorso, confermando i timori di un rallentamento della seconda economia mondiale e le vendite tornano a prevalere in Borsa. Il preoccupante dato sul settore manifatturiero cinese e ha innescato un'ondata di vendite che difficilmente Wall Street potrà invertire, che pure viaggia in rosso.
Nel Paese della Grande Muraglia, l'indice Pmi calcolato privatamente da Markit in collaborazione con il gruppo Caixin si e' fermato a quota 47,3, il minimo da marzo 2009, indicando una pesante contrazione dell'economia cinese. Al di sotto di quota 50, infatti, l'indice indica un mercato in contrazione, mentre al di sopra indica un'espansione. Di poco meglio i dati ufficiali cinesi del Pmi, che ad agosto segnano i minimi degli ultimi tre anni, a quota 49,7, con un calo anche nei sotto-indici relativi ai nuovi ordini e agli ordini per le esportazioni. I dati europei della mattinata sono stati contrastanti, buono il Pmi tedesco, debole la situazione in Francia, mentre il Pil italiano del secondo trimestre è stato rivisto al rialzo al +0,3% e la disoccupazione è scesa ai minimi da due anni.
Così, dopo aver aperto in negativo, a metà pomeriggio le Borse europee chiudono in forte calo. Il Dax di Francoforte perde il 2,38% a 10.015 punti, l'Ftse 100 di Londra scende del 3,03% a 6.058 punti, il Cac 40 di Parigi cede il 2,4% a 4.541 punti, l'Ftse Mib di Milano segna -2,24% a 21.451 punti, l'Ibex di Madrid arretra del 2,67% a 9,984,7 punti.
Wall Street procede in calo dopo il dato sull'Ism manifatturiero inferiore alle attese. Il Dow Jones perde il 2,42% a 16.129,64 punti, il Nasdaq cede l'1,98% a 4.683,00 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,24% a 1.928,02 punti. Il New York Stock Exchange torna a invocare la Rule 48, che consente di non disseminare i prezzi in vista dell'apertura delle contrattazioni. Una tale scelta facilita l'avvio degli scambi in giorni potenzialmente volatili. La decisione del Big Board - già presa per tre giorni di fila, il 24, il 25 e il 26 agosto scorsi - è legata al sell-off in corso sui future a Wall Street. Guarda gli indici.
A Piazza Affari sono vendute tutte le azioni del paniere Ftse Mib, comprese quelle di Eni che nella prima parte della giornata avevano invece beneficiato ancora della notizia della scoperta del giacimento di gas. I titoli della societa' del cane a sei zampe, comunque, arginano le perdite allo 0,8%. Sono in netto ribasso le banche.