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Eni, al via il progetto per una nuova bioraffineria a Sannazzaro de’ Burgondi
La struttura avrà una capacità di 550mila tonnellate annue e contribuirà al piano di crescita dei biocarburanti fino a oltre 5 milioni di tonnellate entro il 2030

Eni lancia il progetto per la conversione della raffineria di Sannazzaro in bioraffineria, pronta a produrre HVO diesel e SAF-biojet a partire dal 2028
Eni ha reso noto di aver ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica la procedibilità necessaria per avviare l’iter autorizzativo relativo alla trasformazione di alcune sezioni della raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, in bioraffineria. Contestualmente, l’azienda ha presentato la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il progetto.
L’iniziativa prevede la riconversione dell’impianto Hydrocracker (HDC2) grazie all’impiego della tecnologia proprietaria EcofiningTM e la realizzazione di un’unità destinata al pretrattamento di scarti e residui, che rappresentano la principale materia prima utilizzata da Enilive per la produzione di biocarburanti HVO. Il fabbisogno di idrogeno sarà soddisfatto dagli impianti già operativi, mentre le infrastrutture di supporto, comprese quelle logistiche, saranno adeguate al nuovo scenario produttivo. In questo contesto, la raffineria continuerà a produrre carburanti tradizionali, integrando la produzione di biocarburanti HVO diesel e SAF-biojet destinati al settore aereo a partire dal 2028.
La futura bioraffineria, che si affiancherà alle attività esistenti senza incidere sulla capacità complessiva della raffineria, consentirà di ampliare l’offerta con una gamma più diversificata di prodotti. Avrà una capacità di lavorazione pari a 550mila tonnellate l’anno e garantirà flessibilità nella produzione di HVO diesel e SAF-biojet. Gli impianti saranno in grado di trattare diverse tipologie di materie prime biogeniche, principalmente costituite da residui e sottoprodotti. Con Enilive, Eni si conferma il secondo produttore europeo di biocarburanti idrogenati HVO, sia nella versione diesel che in quella biojet per l’aviazione.
L’avvio del polo di Sannazzaro rafforzerà inoltre il ruolo strategico della raffineria per la fornitura di carburante avio tradizionale e SAF agli aeroporti del nord-ovest, grazie sia al collegamento diretto via pipeline con lo scalo di Malpensa, sia attraverso i depositi logistici collegati alla raffineria e situati in prossimità degli altri aeroporti della zona.
Questa trasformazione rientra negli obiettivi di lungo periodo di Eni ed Enilive, che puntano a incrementare la capacità complessiva di bioraffinazione, passando dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate annue a oltre 3 milioni entro il 2028 e a più di 5 milioni nel 2030. Entro lo stesso anno, la produzione potrà comprendere fino a 2 milioni di tonnellate di SAF. Attualmente Enilive produce biocarburanti nelle bioraffinerie di Venezia e Gela, oltre che nello stabilimento St. Bernard Renewables LLC in Louisiana, partecipato al 50%. Il piano di crescita include la terza bioraffineria italiana a Livorno, prevista per il 2026, seguita da due nuovi impianti in costruzione in Malesia e Corea del Sud. A queste iniziative si aggiunge infine il progetto per una nuova bioraffineria in Sicilia, a Priolo.