La vera mazzata? Altro che Imu: arrivano i bollettini della Tares
Impegnati a guardarsi dallo schiaffo dell'Imu, i contribuenti potrebbero non accorgersi di un cazzotto in pieno volto. Da alcuni giorni è iniziata in centinaia Comuni (dal Veneto all'Emilia) la pioggia di bollettini che annuncia l'incombere della Tares. Le missive presentano la nuova imposta e fissano l'ammontare della prima rata. Perché, tra polemiche, rischio di ingorgo fiscale e proroghe, è arrivata l'ora di pagare, entro la fine di luglio. E con l'introduzione delle nuove aliquote, la Tares costerà molto più di Tia e Tarsu, le vecchie imposte sui rifiuti.
Un cambiamento che rischia di pesare ben più dell'Imu, bandiera del Pdl e cruccio del governo Letta. Se l'importo medio pagato sull'abitazione princiapale nel 2012 è costato 225 euro, la Tares potrebbe superare i 300. La mazzata non arriverà subito. Le rate si inaspriranno gradualmente fino a quella di dicembre, che introdurrà la novità più salata: una maggiorazione di 30 centesimi per metro quadro. Per le abitazioni residenziali, sono attesi aumenti medi tra il 20 e il 40% in otto comuni su dieci. Con picchi superiori al 100%. Ancora peggio per commercianti e aziende: secondo le stime di Confcommercio, la nuova tassa sulla spazzatura costerà il 60% in più, con rincari record per distributori di carburante (170%), bar (370%) e ristoranti (550%). Non certo un incoraggiamento per le imprese, bersagliate dalla crisi, penalizzate da un eventuale aumento dell'Iva e vessate dall'Imu già a giugno (visto che non sono state esentate dall'imposta sugli immobili).
La Tares andrà a finanziare non solo la raccolta della monnezza, ma anche altri servizi dei Comuni. E', di fatto, una patrimoniale. Per di più distorta perché regressiva. Con l'aumento lineare di 30 centesimi per metro quadro, il parametro fondamentale non sarà il valore dell'immobile o il reddito del proprietario, ma la metratura della casa. Con il risultato paradossale che chi ha una un'abitazione medio-grande ma di scarso valore subirà un aumento maggiore di chi ha un bilocale in pieno centro che vale un milione di euro.