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Economia
Banca Etica e Libera: 3 milioni per imprese, progetti per beni confiscati

In occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Banca Etica e Libera annunciano un piano straordinario per dare credito alle imprese sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie. Banca Etica mette a disposizione un plafond di 3 milioni di euro di finanziamenti che - in base alla tipologia di impresa richiedente e di attività svolta - potranno ottenere la garanzia di diversi strumenti tra cui quelli europei del programma Easi per l’occupazione e l’innovazione sociale e quello del Mediocredito Centrale per i beni confiscati.

Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera e Avviso Pubblico celebrano la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L'iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome. Dal 1996, ogni anno, in una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Quest'anno Padova, la città dove Banca Etica ha aperto la sua prima filiale 20 anni fa, ospita la Giornata. Un corteo inizierà alle 8 in Piazzale Boschetti e culminerà in Prato della Valle alle 11 con un intervento di Don Luigi Ciotti e la lettura dei nomi delle vittime innocenti.

“La mafia non può fare a meno di collusioni con il mondo della finanza. Per questo ogni progetto che voglia definirsi di finanza etica deve avere al cuore anche l’impegno antimafia.  E non è un caso se tra i primi finanziamenti concessi 20 anni fa dalla neonata Banca Etica ce ne furono alcuni a favore di cooperative di Corleone che volevano restituire all’utilità sociale beni e terreni confiscati - dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica - . La legge italiana sul riuso sociale dei beni confiscati all’estero è considerata un modello da imitare, ma la sua concreta attuazione ancora soffre di lentezze amministrative e scarsità di risorse. Banca Etica risponde mettendo a disposizione risorse economiche e umane per facilitare il più possibile l’effettiva destinazione sociale dei beni confiscati: attraverso il credito concesso, cooperative e associazioni possono rimettere in funzione i beni confiscati realizzando progetti culturali e di inserimento lavorativo di persone con qualche fragilità”.

Già oggi Banca Etica finanzia progetti di riuso dei beni confiscati per un valore complessivo di 3 milioni e mezzo di euro erogati a favore di 22 realtà (cooperative e associazioni), che nel loro insieme hanno un fatturato di 33 milioni di euro e impiegano 520 addetti.

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