Banca Intesa, Messina aumenta il dividendo a 7 centesimi. 1,2 miliardi di utili
Carlo Messina aumenta la cedola di Intesa Sanpaolo da 5 a 7 centesimi per azione ordinaria e a 8,1 centesimi per quelle risparmio grazie a un significativo miglioramento della redditività nel 2014, superiore agli obiettivi del piano di Impresa 2014-2017. Il monte dividendi della prima banca italiana per capitalizzazione ha raggiunto quota 1,2 miliardi, superiore del 20% a quanto previsto invece nel piano industriale lanciato l'anno scorso dal Ceo. Per l'anno prossimo il manager ha già confermato che si salirà a 2 miliardi, come da piano, anche grazie al "fieno in cascina" accumulato nell'ultimo trimestre 2014.
L'utile netto del bilancio 2014 di Intesa è stato robusto: 1.690 milioni di euro, se si esclude l'aumento retroattivo della tassazione, dal 12% al 26%, della plusvalenza registrata nel 2013 sulla quota detenuta in Banca d'Italia. Il consenso si aspettava un utile netto a 1,5 miliardi di euro.
In crescita, invece, del 38,8% rispetto ai 1.218 milioni del 2013 se si esclude l'impairment di goodwill e altre attività intangibili. Mentre l'utile netto contabile è ammontato a 1.251 milioni rispetto al risultato netto negativo di 4.550 milioni del 2013, nonostante un'aliquota fiscale effettiva pari al 52%, e a 48 milioni nel solo quarto trimestre rispetto ai 483 milioni del terzo trimestre 2014 e al risultato negativo per 5.190 milioni del quarto trimestre 2013.
Il risultato della gestione operativa è migliorato del 5,1% a 8.354 milioni e i proventi operativi netti hanno raggiunto i 16.898 milioni (+4%) con un positivo andamento sia degli interessi netti, 8.374 milioni (+3,3%), sia delle commissioni, 6.775 milioni (+10,5%), il dato più elevato dal 2007. Meglio il risultato dell'attività assicurativa (919 milioni dai 790 milioni del 2013) rispetto al risultato dell'attività di negoziazione (777 milioni da 1.159 milioni del 2013).
Al contempo Intesa Sanpaolo ha registrato un'elevata efficienza con un cost/income al 50,6%, tra i migliori delle maggiori banche europee, e un miglioramento del trend del credito con i flussi di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis che si sono attestati al valore più basso dal 2011: flussi netti pari a 8,6 miliardi di euro rispetto agli 11 miliardi del 2013 (-22%). I crediti in sofferenza sono comunque cresciuti a 14,178 miliardi rispetto ai 12,899 miliardi del 2013 con un'incidenza sui crediti complessivi pari al 4,2% (3,8% al fine 2013) e un grado di copertura del 62,7% (da 62,5%).