Sante banche/ Ior, per la prima volta svela il bilancio. Bergoglio investe nei bond di Obama

Di Antonino D'Anna
Quanto ha reso lo IOR al Papa? Sono circa 87 milioni di euro nel 2012, detratti i debiti degli esercizi precedenti della Banca vaticana (che naturalmente deve ripianarli), gli stipendi (almeno 3,5 milioni di euro, più i costi degli eventuali consulenti) dei 150 dipendenti, e una piccola quota che viene impiegata per nuovi investimenti.
Tutto quello che residua (ed è una cifra importante) viene condensato in un assegno che il presidente dello IOR, come da tradizione, porta al Papa: sono i soldi che andranno per la sua carità (il Papa non ha un conto personale allo IOR) e per le opere di religione previste ovviamente dal chirografo, l'atto con cui Pio XII nel 1942 fondò l'Istituto più famoso (e a volte chiacchierato) della cattolicità. È appena il caso di dire che rispetto all'enorme monte di denaro gestito dalla banca, 87 milioni di utile sono davvero un risultato relativamente bassissimo. Una particolarità: i conti correnti aperti presso il Torrione di Niccolò V non danno interessi sul deposito.
In che cosa investe invece i soldi la banca del Papa? Finita la rutilante era di Paul Marcinkus, è stato Angelo Caloia a dettare la linea seguita a tuttoggi. L'economista lombardo decise di spostare le attività dello IOR allontanandole da qualsiasi sospetto speculativo: generalmente la regole con cui questi soldi vengono gestiti è molto semplice, dal momento che la metà del denaro viene investito in obbligazioni statali (si dice che nella gestione Caloia la maggior parte siano stati government bond dell'amministrazione Usa), mentre l'altro 50% in obbligazioni di grandi aziende e con comprovata solidità finanziaria.
La Banca vaticana non fa azionariato e non vi partecipa: questo per tenere lo IOR lontano da pressioni ed eventuali manovre speculative o comunque poco chiare. Mentre lo IOR diventa più trasparente, il Papa decide di proseguire nello studio della riforma della Curia. La commissione di 8 cardinali voluta nell'aprile scorso è diventata un Consiglio di Cardinali per “un aiuto nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana”.
Una sorta di consiglio della corona che aiuterà il Papa a svolgere meglio la sua missione. E che potrebbe essere allargato, visto che Francesco si è riservato questo diritto nel chirografo. Altre sorprese all'orizzonte?