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Economia
Banco-Bper, nozze alla pari. Ma i banchieri prendono ancora tempo

Se non fosse per il time-out che l’amministratore delegato di Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) Alessandro Vandelli ha chiamato oggi nella partita del risiko bancario italiano per digerire prima i 620 sportelli di Intesa Sanpaolo e per le ambizioni personali dei timonieri dei due gruppi (entrambi classe 1959), il maggiore fattore di ostacolo nelle aggregazioni del credito nel nostro Paese, il matrimonio fra il Banco Bpm di Giuseppe Castagna e Bper sarebbe perfettamente celebrabili: le taglie per convolare a nozze consentirebbero una fusione quasi paritaria carta contro carta. Senza cioè invisi esborsi di capitale, opzione tirata in ballo di nuovo oggi anche dallo stesso Vandelli.

vandelli ape
L'amministratore delegato di Bper Alessandro Vandelli

Con l’annuncio dato oggi ai sindacati da parte di Piazza Meda della chiusura di altre 100 filiali in più e di altre 400 uscite volontarie aggiuntive rispetto ai target del piano industriale pre-Covid annunciato a marzo (e ormai carta straccia), sforbiciata che porta a 300 gli sportelli che Castagna vuole chiudere e a 1.500 gli esuberi complessivi da mettere fuori perimetro, Banco Bpm infatti conterà alla fine 1.452 sportelli (1.752 meno 300).

A Modena invece che di filiali ne hanno ora 958, al termine dell’aggregazione del ramo d’azienda ex Intesa che di fatto rappresenta più della metà dell’attuale rete a disposizione di Vandelli, arriveranno fra sei mesi ad avere operative 1.578 sportelli, 360 in Lombardia, l’area più ricca del Paese. Il saldo finale sarebbe leggermente a favore di Bper: un centinaio in più di quelle di Piazza Meda. Ma i numeri sono più o meno quelli. 

Banco BPM Gruppo APE
 

Stesso discorso per il valore di Borsa: ai corsi odierni, Banco Bpm capitalizza a Piazza Affari circa 2,8 miliardi di euro, Bper 2,1 miliardi. Valori più o meno simili che nel giro di qualche mese possono allinearsi, considerando che in primavera il Banco, la cui redditività non è eccezionale, è sceso anche sotto i due miliardi.

“Ci abbiamo messo quattro anni a fare la prima fusione e siamo molto disponibili a farne un’altra”, ha spiegato oggi Castagna, ribadendo come la sua banca sia pronta per operazioni di M&A. Il nodo, ha aggiunto l'ex Intesa riferendosi alla campagna lampo di aggregazioni portata avanti da Nexi, è quello dei tempi

Insomma, con lo “stimolo” (così lo ha definito Vandelli) a un’aggregazione bancaria arrivato dal Ceo di Unipol Carlo Cimbi, primo azionista a Modena con il 19,9% e il pressing della Bce, le stelle per scrivere il terzo capitolo del risiko bancario (Intesa-Ubi e l'annunciata Opa dell'Agricole sul Creval) in questo nefasto 2020 sembrerebbero allineate. Ma ancora una volta i banchieri finiscono per prendere tempo. E la Borsa scarica subito i titoli (a fine seduta -3,6% il Banco e -2,4% Bper). 

@andreadeugeni

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