Economia

Banco Bpm, perché lo stallo nelle trattative sindacali è un problema per i dipendenti

L’ultima denuncia per comportamento antisindacale contro un importante gruppo bancario risale a oltre 30 anni fa

Banco Bpm, perché lo stallo nelle trattative sindacali è un problema per i dipendenti

È stata fissata al 31 luglio l’udienza per la denuncia presentata da First Cisl, Fisac Cgil e Uilca contro Banco Bpm, il terzo gruppo bancario italiano guidato dal ceo Giuseppe Castagna. I tre sindacati protestano contro un (a loro dire) comportamento antisindacale. Nella denuncia, che abbiamo avuto l’opportunità di leggere, i sindacati di Banco Bpm sostengono che le trattative per definire esodi, assunzioni, premio di rendimento e percorsi professionali si siano interrotte per colpa dell’istituto di credito. La banca e altri due sindacati - la Fabi, primo per rappresentatività nel settore bancario e in Banco Bpm, ed Unisin, un’altra sigla autonoma – rivendicano, invece, che non c’è mai stata interruzione di trattativa, ma soltanto una semplice comunicazione della banca presa poi a pretesto da First, Fisac e Uilca per rompere il tavolo di trattative. 

Al di là di cosa deciderà il giudice del lavoro, un aspetto è sicuramente chiaro ed evidente: l'atteggiamento di rottura dei sindacati confederali ha paralizzato i meccanismi di nuove assunzioni e l’erogazione del premio di rendimento per 20 mila dipendenti. La sconfitta politica di questi sindacati è ancora più evidente se si pensa che l’ultima denuncia per comportamento antisindacale contro un importante gruppo bancario risale a oltre 30 anni fa. E pensare che per anni questi sindacati hanno predicato a tutto il mondo che il ruolo delle organizzazioni sindacali è fare accordi.

Di qui, un interrogativo: se da oltre 30 anni la conflittualità sindacale del settore è stata sostituita da una concertazione e da una costante condivisione fra le parti, perché, a Piazza Meda, qualcuno vuole il ritorno dello scontro? Ci sono, forse, ragioni di invidia e di gelosie nei rapporti fra sindacati? L’obiettivo è creare confusione e smarrimento fra i dipendenti? Qualche segretario generale ha la necessità di dimostrare, con questo gesto, di avere il pieno controllo della propria organizzazione, magari per tentare di emarginare e contrastare qualche dissidio interno in previsione dei prossimi congressi nazionali? Insomma, la sensazione è che Banco Bpm sia usato alla stregua di una palestra, per risolvere dissidi e ambizioni interne ai sindacati.

Ad esempio, qualcuno ci ha confidato, lamentandosi, che un segretario generale, in occasione dell’ultimo congresso che lo ha eletto, pretese di orientare le telecamere in direzione dei propri dirigenti presenti in sala per controllare chi applaudiva e chi, invece, dissentiva durante i suoi interventi. Una specie di controllo a distanza dei propri dirigenti finalizzato a punire chi si era permesso di non osannare il leader in pectore. E pensare che il controllo a distanza sui posti di lavoro è vietato per legge. Comunque, staremo a vedere come finirà, anche se, ad oggi, l'unico rischio concreto è quello di arrecare danni e problemi ai dipendenti di Banco Bpm.