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Economia
Bce cagnolino della Fed, affossa l'economia per azzerare l'inflazione
Christine Lagarde, Presidente della BCE

Inflazione, Bce verso il rialzo dei tassi (+75 punti base): Lagarde segue le orme di Powel (Fed)

Non c'è mai stato uno scollamento più forte tra inflazione e politica monetaria nella storia della Banca centrale europea (BCE). A riprova, l'inflazione nella zona euro è aumentata del 9,1% anno su anno ad agosto e l'inflazione core ha raggiunto il +4,3%. Tuttavia, i tassi a breve termine sono fermi allo 0%. Incapace di qualificare e anticipare il rialzo dei prezzi arrivato dopo lo choc dell'offerta generato dalla crisi del Covid-19 e quello dell'energia causato dalla guerra in Ucraina, la BCE ha accumulato un notevole ritardo nella normalizzazione della sua politica monetaria.

Al di là di un grave problema di credibilità, si tratta di tornare al suo unico mandato garantito dai trattati: la stabilità dei prezzi. Al simposio di Jackson Hole il 27 agosto, Isabel Schnabel, membro esecutivo del Board della BCE, ha avuto l'opportunità di mettere le cose in chiaro. Ha annunciato la determinazione della BCE ad agire con forza per ancorare le aspettative di inflazione e ha sottolineato che probabilmente c'è meno rischio “nel fare di più che nel fare di meno”. Da allora, i vari interventi dei membri del Consiglio direttivo indicano che si avvia il dibattito sulla calibrazione del prossimo rialzo dei tassi, compreso tra +50 e +75 punti base.

Si prevede, dunque, un rialzo dei tassi di 75 punti base, necessario visto il ritardo nella normalizzazione della politica monetaria e la debolezza dell'euro che, leggermente al di sotto della parità con il dollaro USA, si aggiunge all'inflazione importata. Infatti, in linea con i commenti di Isabel Schnabel, riteniamo che il prossimo incontro dovrebbe consentire alla Presidente della BCE Christine Lagarde di riaffermare la determinazione e la priorità assoluta della banca centrale di tornare al suo obiettivo di stabilità dei prezzi.

Pertanto, Christine Lagarde dovrebbe seguire chiaramente il messaggio della Federal Reserve (Fed) dichiarato a Jackson Hole: la priorità è combattere l'inflazione, qualunque siano le conseguenze sulla crescita. Data la mancanza di visibilità sull'evoluzione dei livelli dei prezzi, principalmente a causa delle incertezze sul conflitto in Ucraina, le banche centrali manterranno i tassi a livelli elevati nonostante la congiuntura economica. Non cambieranno la loro politica finché non saranno certi che l'inflazione sia su un percorso coerente con il loro obiettivo di stabilità dei prezzi.

La pubblicazione delle previsioni economiche della BCE al prossimo incontro sarà l'occasione per affermare questo approccio. Il previsto rallentamento dell'attività nell'area dell'euro nel 2023 non dovrebbe incidere sull'orientamento della politica monetaria. Tra l’altro, questo aumento del tasso di 75 pb è previsto al 90% dai mercati e non dovrebbe essere una grande sorpresa.

Ma un discorso molto aggressivo, come ci aspettiamo che sia, potrebbe contribuire a una correzione al rialzo delle aspettative di futuri rialzi dei tassi e alimentare la correzione obbligazionaria nella zona euro che abbiamo visto dall'inizio di agosto. Di conseguenza, sembra prematuro tornare alle obbligazioni della zona euro.

*Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors

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