La Bce fa come la Fed: Qe da 60 mld fino al 2016. Ma il rischio va quasi tutto agli Stati
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
L'attesissima conferenza stampa inizia in ritardo/ Il ritardo nell'avvio della conferenza stampa al termine del direttivo della Bce? "Colpa dell'ascensore". Con questa battuta il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, ha giustificato i pochi minuti di attesa cui ha costretto i giornalisti in attesa del suo speech. |
Un quantitative easing (Qe) più corposo di quello atteso sino alla vigilia dai mercati (e infatti le borse europee hanno accolto bene le notizie che sono arrivate da Francoforte, rimanendo stabilmente positive per tutto il pomeriggio): da marzo la Bce comprerà 1.080 miliardi di euro di titoli (pubblici e privati) fino a settembre 2016 (ammontare sulla carta ma che potrebbe essere ancora maggiore perché il Qe durerà finché il tasso di inflazione dell'Eurozona non sarà tornato vicino al 2%) e che sarà il risultato di un programma mensile da 60 miliardi di acquisti (valore simile all'ultimo lanciato dalla Federal Reserve nel settembre 2012).
Quasi tutti i rischi, però, rimarranno in capo alle banche centrali nazionali (l'80%, il restante 20% condiviso, alla Bce).

Sono questi i principali elementi della misura di politica monetaria non convenzionale che la Banca Centrale Europea ha sfoderato per combattere il rischio deflazione all'interno dell'Eurozona e riportare la crescita dei prezzi vicina o al 2% (è il suo mandato, a dicembre nei 19 Paesi che hanno adottato la moneta comune è stata negativa dello 0,2%). Un rischio che potrebbe innescare una spirale recessiva che allontanerebbe la tanto agoniata ripresa su livelli di crescita più sostenuti. La decisione è arrivata dopo che il Consiglio direttivo dell'Eurotower ha lasciato invariato, come previsto, il costo del denaro al minimo storico dello 0,05%.
Nella tradizionale conferenza stampa post-board in cui il presidente della Bce Mario Draghi è entrato nel merito delle nuove operazioni, è emerso che la cifra comprende anche i vecchi programmi già lanciati, che prevedevano l'acquisto di obbligazioni garantite e cartolarizzazioni di prestiti. Altri dettagli importanti sono la maturità dei titoli che verranno comprati (tra 2 e 30 anni e anche con rendimenti in territorio negativo) e il limite degli acquisti: l'Eurotower comprerà sul mercato secondario (non può farlo sul primario, direttamente dagli Stati) più del 25% di ciascuna emissione e più del 33% del debito di ogni emittente.