Bce, Visco e Lane come Draghi. Azione sullo spread se serve - Affaritaliani.it

Economia

Bce, Visco e Lane come Draghi. Azione sullo spread se serve

Luca Spoldi e Andrea Deugeni

La Bce agirà per tenere gli spread sotto controllo, ma i governi devono agire. Il capo economista e il governatore Visco fanno eco alle precisazioni di Lagarde

La Bce può momentaneamente potenziare, se necessario, i propri acquisti di titoli di Stato su derterminati Paesi, e le misure decise ieri in risposta alla crisi di coronavirus non sono per forza le uniche. Era quello che gli operatori sugli asset italiani volevano sentirsi dire, tanto che Piazza Affari ha ingranato la marcia arrivando a guadagnare il 14% e lo spread è sceso di 20 punti base da 230 a 250 circa (stamattina ha oltrepassato la soglia dei 270 punti). 

A correggere dopo Philippe Lane il capo economista della Bce, Christine Lagarde è stato stamattina il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, facendo eco in una intervista a Bloomberg alle rassicurazioni di Lane dopo che ieri i mercati hanno reagito molto negativamente al pacchetto di provvedimenti dell'istituzione e soprattutto a alcune frasi improvvide della Lagarde.

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"La prima risposta alla crisi è di responsabilità dei governi", ha affermato Visco che ha aggiunto: "Se necessario, ci saranno più misure e più dichiarazioni. L'allargamento degli spread rende più difficile la trasmissione della politica monetaria”.

 Il momentaneo potenziamento degli acquisti di bond di singoli cui ri riferisce Visco, e prima di lui Lane in un articolo sul portale Bce, è la possibilità di anticipare in un determinato mese i volumi degli acquisti de mesi successivi, e poi riequilibrarli più avanti, già accaduto in passato per motivi tecnici. Questo può anche implicare che momentaneamente vengono superate le soglie limite (capital keys) agli acquisti collegate alle partecipazioni dei vari Stati al capitale della Bce.

Subito in mattinata, il giorno dopo la “gaffe”di Lagarde, Lane ha provato a chiudere una volta per tutte l’incidente diplomatico che ha portato ieri il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a “bacchettare” l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale, facendo notare come l’Italia, che “sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i paesi dell’Unione europea”, si attenda “a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”.

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Lane oggi ha precisato, dopo che anche la Lagarde ieri sera aveva provato a correggere il tiro in tal senso, che la Bce è pronta a ridurre gli spread sulle obbligazioni dei paesi della zona euro, se questo fenomeno metterà a rischio l’efficacia della sua politica. Nella sostanza, notano i trader a Piazza Affari, Lane ha evitato di contraddire la Lagarde che ieri aveva sottolineato come ridurre gli spread non sia “funzione della Bce” ma di altri attori (i governi, che con la loro credibilità influiscono sul differente tasso d’interesse che gli investitori chiedono sia pagato loro per sottoscriverne titoli di debito).

Ma nella forma è quasi un’inversione ad “U” immediatamente apprezzata dai mercati, che ora si attendono, come dopo la famosa disponibilità espressa da Draghi a fare “wathever it takes” (tutto il necessario) per rassicurare i mercati, che la Bce intensifichi da subito i suoi acquisti di bond sul mercato, in particolare operando su Btp e Bonos così da contribuire a ridurre gli spread contro Bund che ieri si erano allargati per tutti gli emittenti del Sud Europa. Già stamane, così, lo spread Btp-Bund sulla durata dei 10 anni si è ridotto. 

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Attenzione però a cantare vittoria troppo presto: finché non si noteranno concretamente interventi della Bce sul mercato è probabile che la vendita dei bond a lunga scadenza, in particolare dell’Italia perché al momento il paese più colpito dalla pandemia di Covid-19 e il primo ad aver annunciato un piano straordinario di aiuti e un aumento della spesa sanitaria, continueranno. Tanto che il rendimento del Btp decennale guida non sta affatto scendendo, anzi aumenta anche stamane all’1,945% (dall’1,881% di ieri a fine giornata), solo che sale meno velocemente di quello del Bund (ancora negativo, ma passato dal -0,725% di ieri al -0,64% odierno).

Movimenti che in parte si spiegano come detto con le parole di Lane e di Visco e l’attesa per l’aumento degli acquisti di bond sul secondario da parte della Bce, che finora poteva acquistare fino al massimo di 10 miliardi di controvalore complessivo, mentre ora ha una dotazione “temporanea” di ulteriori 120 miliardi di euro da spendersi entro fine anno, non necessariamente in modo omogeneo mese per mese e verosimilmente abrogando la regola della “capital key” (che richiede che gli acquisti avvengano sui titoli dei diversi paesi in proporzione alla loro partecipazione al capitale della Bce, che per l’Italia è pari al 13,8%). 

Ma i movimenti odierni degli spread e dei rendimenti riflettono anche il travaso di parte della liquidità ieri in fuga dai mercati azionari e parcheggiata su “safe haven” come i Bund e che oggi rientrano sui listini europei, Milano in testa (Ftse Mib a +14% a metà giornata contro il +4% del Dax di Francoforte), confidando che nel corso del fine settimana, o al più tardi lunedì quando è in programma il prossimo Eurogruppo, i governi europei trovino quell’accordo, finora mancato, per una risposta coordinata alla pandemia.

Risposta che potrebbe prevedere una sospensione o quanto meno un forte allentamento del Patto di Stabilità (e quindi delle connesse regole su deficit e debito), la nascita di “virus bond”, primo esempio di eurobond con garanzia condivisa tra tutti gli stati dell’area dell’euro, e il completamento dell’unione bancaria. Tutti temi su cui finora l’opposizione di stati come Germania, Olanda e Finlandia è stata fortissima.

Le precisazioni della Lagarde prima e di Lane e Visco poi sembrano indicare che, come già sottolineato da Draghi più volte, la Bce (ormai con un margine di manovra risicato) ritenga troppo lenta la risposta dei governi europei maggiormente in grado di intervenire e stia loro comunicando che il tempo per tergiversare è finito, se si vuole salvare l’euro ed evitare che soccomba alle tensioni interne ancora prima che a quelle esterne.