Bellingeri (iShares) ad Affari: "Gli Etf permettono una diversificazione efficiente degli investimenti"

Volatilità in crescita, incertezze circa il proseguo degli stimoli monetari da parte delle banche centrali finora vero “motore” del recupero delle borse e dei mercati obbligazionari, scenari macroeconomici che restano alquanto diversificati. Come affrontare tutto questo, cercando al tempo stesso di coniugare l’efficienza degli strumenti finanziari con esigenze di trasparenza, liquidabilità e se possibile costi competitivi? Una soluzione che da qualche tempo sta raccogliendo sempre più consensi anche in Italia sembrano essere gli Etf, quote di fondi scambiate liberamente sui mercati azionari che hanno il pregio di consentire una gestione molto flessibile e diversificata dei portafogli indipendentemente dalle loro dimensioni.
Affaritaliani.it ha intervistato al riguardo Emanuele Bellingeri, responsabile per l’Italia di iShares, la piattaforma Etf del gruppo BlackRock, una delle principali società di gestione del risparmio a livello mondiale che a fine 2012 gestiva un patrimonio totale di 3.792 miliardi di dollari, ripartito tra strategie azionarie, obbligazionarie, monetarie, investimenti alternativi e real estate, nel cui capitale sono presenti Pnc Financial Services Group, Barclays e Merrill Lynch & Co. (gruppo Bank of America) con partecipazioni rispettivamente pari al 20,3% al 19,7% e al 7,1% circa.
“Dopo essere rimasta indietro rispetto ad altri paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna, anche l’Italia nei primi tre mesi dell’anno ha visto notevoli flussi d’investimento riversarsi sugli Etf provenendo da varie asset class” premette Bellingeri, secondo cui strumenti come Etf si stanno rivelando sempre più adatti oltre che agli investitori retail anche alla clientela “private” e agli investitori istituzionali, potendo replicare in modo efficiente e con costi modesti l’andamento dei sottostanti panieri di riferimento e consentendo di diversificare in modo relativamente semplice e flessibile il proprio portafoglio.
“Inoltre spesso i flussi di investimento/disinvestimento all’interno delle varie categorie di Etf hanno mostrato con un anticipo di alcuni mesi trend analoghi a quelli visti poi sui su differenti asset class. E’ dunque interessante notare come in quest’ultimo periodo si registri un numero crescente di sottoscrizioni di Etf investiti in strumenti obbligazionari di emittenti dei mercati emergenti, in parallelo a un disinvestimento di posizioni in Etf focalizzati su strumenti azionari, sempre di mercati emergenti”, quasi a suggerire che gli investitori temano un nuovo rallentamento ciclico della crescita economica in paesi come Cina, India o Brasile dopo gli ultimi incerti dati macroeconomici pubblicati da inizio anno.
"A livello europeo anche grazie alla nuova normativa Rdr (Retail distributon review), implementata a partire dal primo gennaio in Gran Bretagna, e alla crescente importanza della consulenza e distribuzione indipendente, si è visto un utilizzo crescente degli Etf anche da parte degli investitori istituzionali”, tanto che ormai fatto 100 il patrimonio dei fondi comuni gli Etf sono arrivati a rappresentare il 5% circa di tale controvalore e le prospettive sono ancora migliori: “E’ realistico, a mio parere, porsi come traguardo un raddoppio del peso degli Etf nei prossimi 5 anni”. Una montagna di soldi, ma perché solo ora se ne parla anche in Italia?