Economia
Birra, la Budweiser si beve una Pilsner. Nasce un colosso da 250 miliardi

La breve per quanto intensa battaglia tra SabMiller e Anheuser-Busch InBev si chiude alla fine con il si' degli inglesi alla corte della multinazionale belga. Il consiglio di amministrazione della societa' londinese, protagonista nelle ultime settimane di ben tre secchi rifiuti alle avance dei belgi, ha infatti accettato un accordo quadro sui termini chiave di una nuova offerta d'acquisto migliorativa da parte di AB InBev dal valore complessivo di 68 miliardi di sterline, pari a 91,87 miliardi di euro e a 104,5 miliardi di dollari Usa. L'accordo quadro pone le basi per creare un mastodonte del settore della birra con brand estremamente popolari come Budweiser, Corona e Stella Artois da una parte e dall'altra Pilsner Uruquell, Grolsch e Peroni, con una forte presenza in Usa, Cina, Europa, Africa e America Latina e con quota del mercato globale della birra, anche dopo eventuali dismissioni imposte dalle autorita' antitrust, di oltre il 30%, venti punti percentuali in piu' rispetto al concorrente piu' prossimo, l'olandese Heineken.
L'operazione, da tempo oggetto di speculazioni di mercato, e' stata sempre descritta dagli analisti come l'ultimo grande colpo nel processo di consolidamento del mercato della birra in atto ormai da anni. D'altro canto la stessa Anheuser-Busch InBev e' il frutto di una serie di continue fusioni multimiliardarie effettuate negli ultimi anni. Nata nel 2008 dalla fusione tra la belga InBev, a sua volta frutto dell'integrazione tra Interbrew e la brasiliana AmBev, e la statunitense Anheuser-Busch, ha acquisito varie grandi aziende come la messicana Grupo Modelo, proprietaria della Corona, e Oriental Brewery. Ora AB InBev si trova nelle condizioni di procedere con una nuova maxi-acquisizione.
Dopo mesi di contrasti, il consiglio di amministrazione di SabMiller, evidentemente convinto dall'ultimo rilancio da 43,5 sterline per azione presentato ieri, ha deciso all'unanimita' di raccomandare ai suoi azionisti una quinta offerta in contanti da 44 sterline, con un premio del 50% rispetto al valore di chiusura del titolo del 14 settembre scorso, ultimo giorno prima delle indiscrezioni sulle intenzioni delle multinazionale belga. SabMiller ha ricevuto ieri un'ultima offerta da 43,5 sterline per azione dopo aver respinto tre precedenti proposte, da 38, 40 e 42,15 sterline bollandole come inadeguate a valutare in pieno le sue attivita' e il potenziale di sviluppo su base stand-alone. L'atteggiamento bellicoso del consiglio di amministrazione guidato da Alan Clark si e' peraltro scontrato con la maggior propensione a intavolare trattative da parte di Altria Group, holding statunitense titolare del 27% del capitale favorevole alla combinazione tra le due multinazionali e protagonista di inviti espliciti verso il management ad "impegnarsi in modo tempestivo e costruttivo con AB InBev per concordare i termini di un'offerta raccomandata".
L'accordo quadro prevede inoltre che AB InBev offra ai titolari del 41% del capitale, sostanzialmente Altria e BevCo, holding della famiglia colombiana Santo Domingo, un'alternativa composta da una combinazione di suoi titoli e contanti che riduce il prezzo a 39,03 sterline. L'accordo include, tra le altre cose, una disposizione affinche' i soci della societa' londinese ottengano il pagamento di dividendi, un'eventualita' non prevista dalle precedenti proposte. Secondo una fonte informata dei fatti, l'inclusione dei dividendi e' stata una componente chiave delle recenti trattative con il consiglio di amministrazione di SabMiller. I soci di quest'ultima hanno il diritto di ottenere dalla loro azienda fino a 28 centesimi di dollaro di cedole nel semestre al 30 settembre e ulteriori 94 centesimi nei sei mesi al 31 marzo prima del perfezionamento dell'accordo. Il dividendo totale ammonta a 1,22 dollari per azione (80 pence) e aumenta di 2 miliardi di dollari il valore complessivo dell'operazione.
Conseguentemente SabMiller ha chiesto all'ufficio britannico per le offerte pubbliche d'acquisto di estendere dal 14 al 28 ottobre la scadenza cosiddetta "put-up-or-shut-up", ossia il termine entro il quale deve essere obbligatoriamente presentata o meno una proposta definitiva e formale. L'accordo prevede infine che AB InBev pagni a SabMiller una penale da ben 3 miliardi di dollari nel caso non venissero ottenute tutte le necessarie autorizzazioni antitrust o le assemblee dei soci non approvassero l'operazione. Vinta la ritrosia alla nozze del Cda della multinazionale britannica, i belgi dovranno ora assicurarsi il via libera delle autorita' competenti, in particolare sul fondamentale mercato statunitense dove AB InBev controlla gia' il 45% del mercato e SabMiller un ulteriore 25% tramite la joint venture MillerCoors LLC con Molson Coors Brewing. AB InBev e' gia' stata costretta ad avviare una profonda ristrutturazione della sua presenza in Usa dopo l'acquisizione del 2013 per 20,1 miliardi di dollari della messicana Grupo Modelo in seguito al possibile blocco paventato dal Dipartimento di Giustizia. Ulteriori ostacoli potrebbero emergere in Cina, dove le autorita' potrebbero chiedere l'uscita dalla joint venture con China Resources Enterprise Ltd., titolare del 23% del mercato cinese della birra, e in alcuni mercati dell'America Latina.
