Economia
Bonomi: “Italia verso la ripresa: inflazione al 5-6% entro fine 2023"

Dal caro prezzi al rischio recessione: il monito del presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Radio 24
Confindustria, Bonomi: "Fino ad agosto continueremo a scontare il picco del caro vita"
Il caro prezzi, l'allarme recessione, il rialzo dei tassi e il ruolo dell'Europa: il presidente di Confindustria Carlo Bonomi dai microfoni di Radio 24 ha lanciato il suo monito sul futuro dell'economia italiana, sottolineando come dal secondo semestre del 2023 il Paese si avvierà verso una ripresa "solida e robusta". A pagare in tale contesto la discesa dell'inflazione, stimata da Confindustria intorno al 5-6% entro fine anno.
"A fine 2023 avremo un'inflazione intorno al 5-6% se non ci dovesse essere un ulteriore aumento del prezzo del gas. La nostra è un'inflazione da importazione dovuta alla fiammata dei costi delle materie prime, soprattutto energetiche. Se il prezzo del gas si dovesse mantenere ai livelli odierni, è presumibile pensare che nel secondo semestre, a partire da settembre, si riduca in maniera molto forte", ha affermato Bonomi. Fino ad agosto però "continueremo a scontare il picco di agosto 2022", ha rimarcato Bonomi.
Pil, Bonomi: "Nel secondo semestre avremo una ripresa solida"
Delineando il quadro economico di questo 2023, minato dall'incubo recessione, Bonomi ha rimarcato che "avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltà. Nel secondo semestre l'economia dovrebbe riprendere in maniera robusta. Temiamo però una frenata degli investimenti, ed è il motivo per cui Confindustria, anche durante la discussione della legge di Bilancio, ha spinto molto il governo per stimolarli. Auspichiamo ci siano strumenti di supporto alle imprese finalizzati agli investimenti. Dobbiamo avere l'ossessione della crescita e la facciamo solo se siamo competitivi".
Bonomi: "Tassi gestibili fino alla forchetta del 3%"
Spazio poi alle mosse di politica monetaria della Banca Centrale europea. Il rialzo dei tassi da parte della Bce "fino ad una forchetta del 3% credo sia gestibile, nella speranza che non ci sia un aumento dei costi dell'energia e che quindi ci sia una discesa dell'inflazione", ha detto Bonomi rimarcando che la Banca centrale europea "sta facendo il suo lavoro, per raffreddare l'impennata dell'inflazione. Io credo che un tasso di sconto del 2% non sia un problema per l'economia. Quello che si può imputare alla Bce è forse che nella comunicazione non è stata impeccabile. Questa, se vogliamo, è la critica che possiamo muovere. Noi però dobbiamo fare i compiti a casa", ha detto ancora Bonomi sottolineando che ancora "non abbiamo tagliato il debito pubblico".
Bonomi: "Gli aiuti di stato sono uno strumento asimettrico, la strada è quella degli Eurobond"
Infine, il presidente di Confindustria ha fatto riferimento al piano industriale green lanciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Gli aiuti di Stato sono "uno strumento asimmetrico", "la strada è quella degli Eurobond, un'emissione finanziaria garantita dall'Ue: non può che essere uno strumento finanziario comune a sostenere un intervento industriale comune", ha detto Bonomi. "Come industria europea non possiamo permetterci una guerra commerciale con gli Stati Uniti o con la Cina. Abbiamo la necessità di mettere in campo strumenti comunitari per la transizione a industria 5.0. Quindi ben venga l'annuncio del piano green ma non può essere finalizzato solo al green, dobbiamo tenere dentro tutte le filiere", ha detto.
Gli aiuti di Stato sono "un intervento asimmetrico perché favorisce i Paesi che hanno maggior spazio fiscale: nel 2022 gli aiuti di Stato autorizzati dall'Ue sono stati 540 miliardi, il 49,3% è stato utilizzato dalla Germania, il 29,9% dalla Francia e solo il 4,7% dall'Italia. Questo dà la dimensione di come anche all'interno dell'Europa non possiamo mettere in campo strumenti asimmetrici perché favoriamo alcune industrie e non altre", ha sottolineato ancora Bonomi a Radio 24.