Economia
Borsa: chiude in calo, Ftse Mib -0,57%, giu' Mps e Ferrari
Chiusura di seduta in calo per la Borsa, in linea con gli altri mercati europei, ancora una volta penalizzati dall'andamento molto negativo del listino cinese. L'indice Ftse Mib chiude con un -0,57% a 19.756 punti, All Share sul -0,67%. Piazza Affari, come le altre borse, ha tentato il rimbalzo in avvio di seduta, arrivando ad accumulare un vantaggio massimo dell'1,2%, reazione a una settimana disastrosa terminata con un ribasso del 7%. Sul fronte macro da segnalare il calo del greggio e il dato sulla fiducia degli investitori nell'Eurozona, in peggioramento. Sul mercato cinese invece senza esito la decisione delle autorita' di rivalutare lo yuan.
A IN CINA E' ANCORA PROFONDO ROSSO
Le piazze azionarie asiatiche non riescono a svoltare, dopo la peggior settimana inaugurale dell'anno da lungo tempo a questa parte, e mettono di nuovo sotto pressione i listini europei. Restano tutti gli elementi di debolezza dell'ultima ottava: il petrolio continua il suo trend al ribasso, mentre il rand sudafricano guida la discesa delle monete emergenti.
La Borsa di Shanghai ha iniziato così la settimana di nuovo all'insegna delle forti vendite: l'indice ha perso il 5,3%, pagando anche i dati emersi durante il fine settimana. L'inflazione cinese, infatti, è aumentata solo marginalmente a dicembre all'1,6%, per la crescita dei prezzi alimentari, ma è sempre alla metà dell'obiettivo perseguito dal governo (+3%). Non è andata meglio a Shenzhen, che ha ceduto il 6,59%, e la pressione si è estesa anche ad Hong Kong (-2,57%). Si è salvata dalle vendite, ma soltanto perché chiusa per festività, la Borsa di Tokyo.
A complicare il quadro c'è l'andamento del barile di petrolio, di nuovo sotto pressione a inizio settimana. Sulla scorta dei timori per lo stato dell'economia cinese, il greggio è scivolato di oltre il 2% sia per quanto riguarda il Wti sia per il Brent. Il contratto febbraio del Wti cede il 2,3% a 32,38 dollari al barile, lo stesso contratto del Brent arretra del 2,8% a 32,61 dollari. Il tracollo dell'oro nero colpisce ancora la Russia, con il rublo che segna un nuovo minimo da fine 2014 verso l'euro, arrivato a esser scambiato a un passo da 84 rubli. La divisa unica apre in rialzo a 1,0902 dollari. Il nuovo scivolone delle piazze cinesi rafforza lo yen, che avanza a quota 117,31 sul dollaro e 127,90 sull'euro. Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi apre a 103 punti. Il rendimento si attesta all'1,55%.
L'agenda macroeconomica odierna presenta la produzione industriale in Spagna, mentre la Banca d'Italia diffonde l'indagine sulle aspettative di inflazione e crescita e i dati sugli aggregati di bilancio. A livello di Eurozona si guarda alla fiducia degli investitori. A Detroit inizia il Salone dell'Auto, dal quale si attendono novità circa il futuro della Fca di Sergio Marchionne e delle possibili grandi fusioni nel settore. Sotto pressione, a Piazza Affari, il titolo di Ferrari che scivola sotto la soglia di 40 euro.
L'oro è in rialzo in Asia a 1.108,65 dollari l'oncia segnando un progresso dello 0,4%.