Il crollo del rublo affossa la Borsa
Nuovo tonfo per Piazza Affari, affondata dalle forti vendite che si sono abbattute sui titoli bancari: l'indice principale Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 2,81% a 18.078 punti, sui minimi degli ultimi due mesi. Profondo rosso anche per gli altri mercati europei. Gli indici hanno bruscamente accelerato al ribasso nel pomeriggio in scia al peggioramento di Wall Street, alla nuova discesa del prezzo del petrolio e al crollo del rublo. Nessuna pressione invece sui nostri titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale che si è riportato sui minimi di sempre, scendendo al 2%. Tra le blue chip sotto i riflettori Mps che è precipitata dell'8,1% aggiornando il suo minimo storico a 0,5245 euro. Tonfo anche per Unicredit (-4,7%) e Intesa Sanpaolo (-4,33%).
CONTINUA IL CROLLO DEL RUBLO - Nuovo strappo al ribasso per il rublo. La divisa russa non beneficia del tentativo di rimbalzo del petrolio con il mercato che continua ad aumentare il pressing sulla Bank of Russia per ulteriori interventi a difesa del rublo. Il cross tra dollaro Usa e rublo oggi è salito per la prima volta nella storia sopra quota 60 rubli, con una variazione di oltre il 3% rispetto ai livelli di chiusura di venerdì scorso. La Bank of Russia ha cancellato un’asta di 700 miliardi di rubli (circa 11,6 miliardi dollari) di titoli di Stato a tre anni dopo non aver ricevuto alcuna offerta. Aumentano quindi le pressioni per interventi sul mercato valutario da parte della banca centrale russa a difesa della moneta dopo l’infruttuosa mossa di settimana scorsa di alzare ulteriormente i tassi di interesse (dal 9,5 al 10,5%). Da inizio mese il rublo ha già perso oltre il 18% del proprio valore portando a -76% circa il saldo degli ultimi 12 mesi.
Il taglio al bilancio
Il governo russo ha così deciso di tagliare del 10% il bilancio del 2015, in seguito al brusco mutamento dello scenario economico. Lo rivela il quotidiano economico-finanziario Vedomosti, citando tre fonti governative. Saranno salvaguardate le spese sociali e, con ogni probabilità, anche quelle per la difesa. La scure si abbatterà quindi sugli altri settori, dai trasporti (che assorbono il 38,1% del budget) allo spazio (19%), dallo sviluppo dell’estremo oriente russo (6%) all’aeronautica (4,6%). Il bilancio 2015 era stato predisposto lo scorso luglio, con una previsione del prezzo del barile a 95 dollari quando era a 115 dollari (ma venerdì scorso era a 61) e un dollaro valeva 34 rubli (oggi ha superato quota 60). Secondo gli esperti, una riduzione di 10 dollari a barile `brucia´ 10 miliardi di dollari di ricavi e abbassa il pil dello 0,4%-0,8%.