Borsa di Milano +4,80% grazie a Draghi. Balzo dei bancari - Affaritaliani.it

Economia

Borsa di Milano +4,80% grazie a Draghi. Balzo dei bancari


Sessione da incorniciare per la Borsa di Milano che ha chiuso l'ultima seduta settimanale in netto rialzo, spinta dalle mosse della vigilia della Bce che ha portato a zero il costo del denaro, abbassando ulteriormente anche i tassi sui depositi e prestiti, e ha potenziato il Qe: il Ftse Mib, il miglior indice tra i principali mercati europei, ha piazzato un balzo del 4,80% a quota 18.987 punti; All Share 4,41%. Sul listino principale euforici i finanziari, e in particolari i titoli delle banche. Bene anche energetici e Telecom Italia. Acquisti anche sulle altre Piazze europee: Londra sale dell'1,5%, Francoforte del 3,1% e Parigi del 2,9%.

Giornata di acquisti robusti anche sul mercato dei titoli di Stato. Il Btp decennale vede scendere il rendimento all'1,32% rispetto all'1,45% di ieri e lo spread sul Bund si restringe a 106 punti.

Gli economisti cercano di capire se il nuovo ventaglio di misure di politica monetaria riusciranno in ultima battuta a rilanciare la crescita. Dopo aver spinto l'inflazione a ritornare a livelli pro-investimenti. Deutsche Bank stima tre potenziali impatti sul settore bancario europeo dalle misure annunciate dalla Bce: "Un impatto negativo legato al taglio dei tassi di circa 0,7 miliardi di euro, un beneficio del costo della raccolta" legato alle Tltro "di circa 2,4 miliardi di euro, un miglioramento delle dinamiche del Roe (return on equity) dai nuovi prestiti di circa 0,7 mld e un minor costo della raccolta senior di circa 0,9 mld euro. Su base netta, c'è un beneficio di 3,2 mld euro, ovvero circa il 2-2,5% degli utili delle banche europee".

Icbpi sottolinea che "le mosse della Bce vanno nella direzione che il mercato auspicava. Non ci sono state sorprese sui tassi di interesse, rispetto a quanto atteso dal mercato; sugli acquisti mensili, invece, la Bce ha ampliato l'azione oltre le attese (20 mld rispetto le stime di consenso di 10 miliardi). Sono stati inoltre estesi gli acquisti alle obbligazioni investment grade di emittenti non finanziari". "La vera sorpresa delle decisioni della Bce è stato l'annuncio del nuovo programma di Tltro, previste da giugno 2016", proseguono gli analisti, aggiungendo che la durata lunga (quattro anni) "e i tassi negativi combinano in modo ideale l'obiettivo di favorire il flusso di impieghi verso l'economia reale (le operazioni di rifinanziamento straordinario sono targeted), evitando nel contempo di penalizzare i margini delle banche, principale preoccupazione degli investitori alla vigilia dei nuovi provvedimenti. Se infatti i tassi sugli impieghi seguono in una certa misura l'andamento dei tassi ufficiali, il costo della raccolta è in buona parte incomprimibile (i tassi sui depositi in c/c sono a zero gia' da molto tempo)".

"Inoltre le Tltro consentono di fornire alle banche un ulteriore canale di raccolta, in una fase in cui i timori collegati alla normativa sul bail-in rende più complicato e oneroso il funding tramite obbligazioni. A nostro avviso il consiglio direttivo guidato da Draghi ha fatto tutto il possibile per perseguire i compiti assegnatogli dal mandato (con particolare riguardo all'obiettivo di un'inflazione pari al 2%), introducendo strumenti tecnici che consentono di spingere l'afflusso di credito verso l'economia reale, preservando nel contempo i margini degli intermediari. Perche' le politiche monetarie sprigionino la loro piena efficacia, tuttavia, è necessaria una forte ripresa degli investimenti", conclude la casa d'affari. Per Patrick O'Donnell, investment manager di Aberdeen, infine, "il nuovo programma di Tltro è probabilmente destinato ad avere l'impatto maggiore perche' potrebbe effettivamente incentivare le banche a prestare" liquidità.

Insoma, i benefici grazie al coniglio delle Tltro estratto dal cilindro di Draghi, sono chiari. Ma maggior credito, grazie agli incentivi Bce, si tradurrà in una ripresa degli investimenti aziendali e quindi, in ultima battuta, in maggior crescita? E' una "speranza", spiega Keith Wade, capo economista e strategist, di Schroders. Che precisa: "Insieme ai dubbi sull’efficacia di tassi di interesse negativi, la debolezza della spesa in conto capitale è generalizzata a livello globale e riflette la riluttanza a chiedere prestiti, così come la scarsa disponibilità a erogarli". La via d'uscita, conclude l'economista , l'ha indicata lo stesso Draghi: "Il presidente della Bce ha bisogno del sostegno dei Governi e delle politiche di bilancio, per vincere la battaglia".