E' il giorno di Mario Draghi
Borse europee in rialzo
Le borse europee sono in prudente rialzo, in attesa che la Bce sveli le sue intenzioni sul quantitative easing, l'allentamento quantitativo con cui intende ridare fiato all'economia e rialzare l'inflazione. Londra avanza dello 0,08%. A Milano il Ftse Mib a +0,24%. Francoforte guadagna lo 0,04% e Parigi lo 0,01%. Madrid cresce dello 0,4%.
Oggi, appunto, il direttivo della Bce dovra' decidere se lanciare il quantitative easing, cioe' decidera' se, quando e come utilizzare il bazooka a sua disposizione per contrastare la deflazione e far ripartire i finanziamenti delle banche all'economia.
Si tratta di una riunione storica, alla quale L'Eurotower ci arriva divisa. I votanti all'interno del direttivo sono 21 e il compito di Mario Draghi sara' quello di ridurre al minimo il dissenso nei confronti di questa misura straordinaria, contro la quale sono schierati la Bundesbank e gli altri 'falchi' dell'Eurosistema e cioe' Olanda, Lussemburgo e alcuni paesi dell'est europeo. Il direttivo non deve scegliere all'unanimita', ma una maggioranza troppo risicata per un provvedimento cosi' importante toglierebbe credibilita' alla politica monetaria della Bce e rischierebbe di vanificare gli effetti del quantitative easing.
Il QE e cioe' il quantitative easing significa 'allentamento quantitativo' ed e' una misura straordinaria che si andrebbe ad aggiungere alle altre misure straordinarie gia' sul tappeto e cioe' ai finanziamenti a lungo termine Ltro e Tltro e agli acquisti di Abs e covered bond. Si tratta di uno strumento di politica monetaria mai messo in campo in Europa ma ampiamente utilizzato dalla Fed, dalla Banca d'Inghilterra e dalla Boj, che in pratica consiste in un maxi-programma di acquisti di asset, in particolare titoli del debito pubblico e bond bancari, finanziato con denaro creato ex novo e finalizzato a inondare di liquidita' l'economia per stimolarne la crescita. In genere e' la banca centrale e dunque in questo caso la Bce che dovrebbe garantire gli acquisti, mutualizzando il rischio di eventuali default.
In questo caso pero' e' possibile che Draghi, per evitare una spaccatura troppo ampia dentro il direttivo, proponga che almeno una parte dei rischi del QE vengano assunti dalle banche nazionali. L'altra incognita riguarda l'entita' del QE. Draghi potrebbe optare per una cifra iniziale intorno ai 500 miliardi di euro, oppure puntare su un programma che preveda l'acquisto di 50 miliardi di euro di titoli al mese per almeno un anno. L'altra incognita riguarda la presenza o meno nel programma della Grecia. (AGI) Gaa