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Economia
Borse europee: chiudono in netto calo, bancari in forte flessione

Torna l'avversione al rischio sui mercati finanziari e le borse europee chiudono in netta flessione nonostante i buoni dati su Pil e occupazione giunti dall'Eurozona. Sui listini del vecchio continente e' proseguita l'ondata di vendite partita ieri a Wall Street sulla scia del debole dato sulla crescita statunitense e della decisione della Bank of Japan di non estendere gli stimoli monetari.

Non per niente tra i pochi titoli in controtendenza sui circuiti di Londra, che perde l'1,27% con il 'footsie' a 6.242 punti, vi e' l'operatore aurifero Randgold, in rialzo di quasi il 4%. Male invece le banche, in parte per le rinnovate tensioni intorno alla Grecia: Deutsche Bank e Commerzbank cedono rispettivamente il 4,78% e il 2,86% a Francoforte (con il Dax che perde il 2,73% a 10.039 punti), dove si registrano vendite intense anche sul comparto auto e su Lufthansa (-5,60%).

La piazza tedesca sconta inoltre il calo delle vendite al dettaglio in Germania. A Parigi (Cac 40 -2,82% a 4.429 punti) sono pesanti Bnp Paribas (-4,10%), SocGen (-3,97%) e Credit Agricole (-3,43%) ma la maglia nera va a Sanofi (-6,12%), che oggi ha diffuso una buona trimestrale ma si e' vista respingere l'opa lanciata sull'americana Medivation. Timidi acquisti sulle utility (Engie +0,21%, Rwe +0,50% a Francoforte). A Milano l'Ftse Mib perde l'1,98% a 18.600 punti. Giu' anche Madrid (-2,62%), mentre Atene lima uno 0,15%.

Riguardo l'agenda macroeconomica, ci sono stati diversi dati relativi all'Europa e agli Usa, che non hanno comunque smosso i mercati. Nell'Eurozona, il tasso di disoccupazione di marzo si e' attestato al 10,2% (rispetto al 10,4% di febbraio), la crescita del Pil preliminare del 1* trimestre e' stata dello 0,6% t/t (+1,6% a/a), l'inflazione preliminare di aprile ha registrato un -0,2% a/a. Negli Stati Uniti, i redditi di marzo sono aumentati dello 0,4% (consenso a +0,3%), le spese personali per il consumo a marzo sono salite dello 0,1% (consenso a +0,2%), mentre l'indice sul costo d'occupazione del 1* trimestre e' aumentato dello 0,6% (+1,9% a/a). Alle 16h00 invece e' stato pubblicato l'indice di fiducia dei consumatori statunitensi elaborato dall'Universita' del Michigan, che secondo la lettura definitiva, si e' attestato a marzo a 89 punti (90,7 il consenso), in calo rispetto ai 91 di febbraio e agli 89,7 della lettura preliminare.

Questo dato si e' rivelato al di sotto delle aspettative e, secondo un broker, ha portato ulteriore negativita' alla performance dei mercati. Il comparto bancario ha registrato le vendite maggiori, penalizzate come detto prima dalle prese di profitto e dalle indiscrezioni sulle scarse adesioni raccolte dall'offerta della B.P.Vicenza, con il fondo Atlante che sottoscrivera' una quota di inoptato dell'aumento di capitale superiore al 90% della ricapitalizzazione da complessivi 1,5 mld euro: Unicredit -5,28%, B.P.Sondrio -4,12%, B.P.E.Romagna -4,04%, Ubi B. -3,84%, B.Popolare -3,75%, B.P.Milano -3,43%, Intesa Sanpaolo -2,81%, B.Mps -2,28%, Mediobanca -1,37%, B.Carige -0,9%. Fca ha chiuso in calo del 4,3% a 7,01 euro, particolarmente penalizzata dal downgrade da parte di Bank of America - Merrill Lynch, che ha ridotto il rating da neutral a underperform. Tra gli altri industriali, Finmeccanica -2,99%, Fincantieri -1,37%, Prysmian -0,48% e Atlantia -0,29%. In positivo invece Cnh, che dopo un inizio di seduta in calo, ha accelerato al rialzo segnando un +1,67%, merito soprattutto della conferma dell'outlook 2016 e della conference call che ha evidenziato un tono piu' ottimistico sull'America Latina, soprattutto in merito ai macchinari agricoli.

Questa notizia ha compensato i conti trimestrali pubblicati nel primo pomeriggio, dove il gruppo ha registrato un utile netto adjusted di 1 mln di dollari, in calo rispetto ai 33 milioni del pari periodo dell'anno scorso, mentre i ricavi sono calati del 9,9% (-5,7% a cambi costanti) a 5,372 miliardi. Nel segmento Oil&Gas, Eni in mattinata ha pubblicato i conti del 1* trimestre 2016. Sebbene apprezzati dagli analisti, con Banca Akros che ha mantenuto il rating buy e il Tp a 18 euro, il titolo ha perso terreno, cedendo l'1,39% a 14,2 euro. In calo anche Erg (-0,53%), Tenaris (-2,48% a 11,78 euro, underperform e Tp da 9 a 8 euro da parte di Credit Suisse) e Saipem (-3,91%). In ordine sparso i titoli del lusso, a cominciare da S.Ferragamo che ha perso il 2,37% a 20,21 euro (Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo da 22 a 21 euro e ha confermato la raccomandazione hold). Ha ceduto terreno anche Ynap (-1,35%), mentre Tod's ha segnato un +1,01%.

Ha chiuso in rialzo invece Luxottica +0,91%, con l'assemblea degli azionisti che ha approvato a maggioranza il bilancio dell'esercizio 2015 e ha dato il via libera alla distribuzione di una cedola unitaria di 0,89 euro. Nel settore delle utility, Enel -2,37%, A2A -0,88%, Snam +0,19% (Equita Sim ha azzerato il peso del titolo nel proprio portafoglio principale), Terna +0,29%, Hera +1,78%. Sul resto del listino, in forte calo Astaldi (-2,24%), Esprinet (-2,62%) e Credem (-2,7%). Vendite anche su Autogrill (-1,6%) e L'Espresso (-1,69%). In controtendenza invece Stefanel (+19,42%), miglior titolo su tutta piazza Affari, che domani ha in programma l'assemblea per l'approvazione dei conti del 2015. L'incontro, secondo indiscrezioni di stampa, sara' l'occasione per approfondire lo stato delle trattative con le banche per la rinegoziazione del debito, in corso da tempo e, soprattutto, per valutare l'ingresso di nuovi soci. In forte rialzo anche Notorious P. (+7,76%), con l'assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2015, chiuso con un utile netto di 7,1 mln euro (+10% a/a).

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