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Economia
Borse ko, ancora timore per i tassi. Blackstone: possibile calo del 10-20%

Timore tassi in Borsa. Ancora rosso per l'azionario europeo in scia alla chiusura pesante di Wall Street di venerdi' (-2,54% il Dow Jones). Il Ftse Mib cede l'1,45% a 22.866 punti, il Dax lo 0,84%, il Ftse-100 l'1,1%. I cali in America, spiegano gli esperti di Ubs, sono stati legati infatti ai timori che i tassi di interesse saliranno piu' velocemente del previsto, con un impatto negativo sulla crescita economica Usa e sugli utili aziendali. A catalizzare l'attenzione, ricordano gli analisti, sono stati i dati sull'occupazione negli Usa, con la crescita delle retribuzioni medie orarie superiore alle attese che ha "aumentato il rischio che l'inflazione possa salire piu' rapidamente del previsto, obbligando la Fed ad accelerare sui rialzi dei tassi".

Non si puo' dire che una correzione non fosse dovuta, sottolinea James Hughes, Chief Market Analyst di AxiTrader, secondo cui pero' la questione e' capirne la dimensione. Il normale calo che sarebbe stato legato ai piani della Fed di un restringimento era stato evitato dall'effetto positivo della riforma fiscale Usa, ma ora "l'inflazione e' il campo di battaglia. Nel caso in cui i cali dell'azionario dovessero continuare, sara' al potenziale rafforzamento dell'inflazione nel 2018 che si dara' la colpa", aggiunge l'esperto. "Le attese sono per 4 aumenti dei tassi da parte della Fed nel 2018, a partire da un incremento di 25 punti base nel meeting di marzo", nota l'analista. Tony James, il direttore operativo di Blackstone, si aspetta che l'azionario americano possa entrare in territorio "orso".

Ai microfoni di Cnbc, James ha spiegato che rispetto a livelli storici, il mercato "ha valutazioni molto alte". Per questo l'esperto del gigante del private equity ha detto di credere che "sia possibile vedere una correzione del 10-20% a un certo punto quest'anno". Una correzione e' definita come un declino di almeno il 10% rispetto ai massimi recenti. Un tonfo di almeno il 20% indica invece un mercato "orso". L'ultimo pullback del 5% c'e' stato circa un anno e mezzo fa. L'ultima correzione del 10% risale a meta' 2015 mentre l'ultimo mercato "bear" c'e' stato nel 2008, durante la peggiore crisi finanziaria dalla Grande Depressione degli anni '30 del secolo scorso. Per Hussein Sayed, Chief Market Strategist di FXTM, "quando i mercati scontano la perfezione nei prezzi un leggero cambio nel sentiment causa parecchio danno".

"E' quello che abbiamo visto la scorsa settimana, dopo che i dati sul mercato del lavoro americano hanno evidenziato un'accelerazione della crescita dei salari al ritmo piu' alto da meta' 2009. Sembra che la Fed dovra' affrontare una nuova sfida dopo l'uscita di Janet Yellen e gli investitori si stanno rapidamente adattando alla nuova realta'", spiega l'esperto. "Il trend sincronizzato di crescita globale, l'entusiasmo sulle politiche fiscali di Trump e il forte incremento degli utili sono stati gli ingredienti chiave che hanno alimentato il rally azionario nel 2017. Inoltre, l'inflazione era rimasta assente", mentre ora che gli indicatori in questo senso stanno salendo, "la Fed potrebbe muoversi in modo piu' aggressivo di quanto previsto", aggiunge lo strategist, secondo cui "l'era dei soldi a basso costo sta finendo. Per i mercati che ci si erano abituati indubbiamente si tratta di una cattiva notizia".

I rendimenti dei Treasury, prosegue l'esperto, "sono sui massimi da 4 anni, con un aumento del 18% da inizio anno. Questo suggerisce che Jerome Powell, il nuovo capo della Fed, affrontera' la sfida opposta della Yellen nel suo mandato. Se l'inflazione salira' piu' velocemente del previsto, la Fed dovra' accelerare sui tassi da 3 a 4 o 5 aumenti nel 2018, con conseguenze rilevanti sulle Borse". Importante, conclude lo strategist, vedere come aprira' Wall Street oggi, per capire se il selloff di venerdi' "attrarra' compratori" o se si va verso una correzione piu' significativa. I future Usa segnalano una partenza in rosso per Wall Street, nota infine Craig Erlam, Senior Market Analyst di Oanda. L'esperto evidenzia "il forte aumento dei rendimenti dei titoli di Stato Usa" dopo la posizione piu' 'falco' del previsto della Fed e i dati sul mercato del lavoro in America. "Ora i mercati scontano con una probabilita' di oltre il 50% tre aumenti dei tassi quest'anno e alcuni stanno anticipando anche un quarto rialzo, ben oltre le attese attuali della Fed", prosegue l'esperto.

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