Brand o brand...elli/ Fileni, dal cortile di casa agli scaffali dei supermercati: chi è il gigante del pollo bio che ha fatto dell’Italia la sua fattoria

Fileni, sessant’anni sulla cresta dell’onda bio: dal piccolo allevamento alla vetta del mercato

Nel cuore delle Marche, a Cingoli, c’è un colosso del settore alimentare che parla italiano e si chiama Fileni. Nata da una passione familiare per l’allevamento avicolo, oggi l’azienda dà lavoro a oltre 2.000 persone e nel 2023 ha chiuso l’anno con 622 milioni di euro di fatturato. Una crescita che affonda le radici nella tenacia di Giovanni Fileni, classe 1940, nato a Monsano, nelle campagne della Vallesina.

Ultimo di tre fratelli in una famiglia di mezzadri, Giovanni lascia la scuola dopo le medie. A 14 anni è già in officina a riparare moto, e a 18 avvia una piccola attività nel settore meccanico. Ma la svolta arriva nel 1965, quando decide di tornare alla terra: inizia ad allevare animali da cortile nei terreni di famiglia. Capisce che un metodo più naturale – a terra, invece che in batteria – può cambiare le regole del gioco.

L’anno dopo costruisce il primo capannone: 5.000 polli, venduti porta a porta. Nel 1967, con l’appoggio della moglie Rosina, apre a Jesi il primo negozio diretto. Funziona: in pochi anni i punti vendita sono 48, i capannoni 15, per un totale di 21.000 metri quadrati. Nel 1968 arriva il primo mattatoio. E in parallelo prende forma un’intuizione che anticipa i tempi: puntare sui prodotti pronti, in linea con le nuove abitudini delle famiglie.

Negli anni ’70 e ’80 l’impresa cresce e cambia pelle. Nel 1989 Giovanni chiude i negozi e costruisce a Cingoli uno stabilimento dedicato ai prodotti pronti. È un passaggio cruciale: non solo per intercettare le richieste del mercato, ma anche per iniziare la collaborazione con la grande distribuzione.

Nel 1995 nasce la filiera integrata: allevamento, trasformazione e prodotto finito, tutto sotto controllo. Una risposta concreta alla crisi del settore e una mossa che rafforza la posizione dell’azienda. Dopo anni di sperimentazione, nel 2000 parte ufficialmente la filiera biologica. Fileni diventa uno dei pionieri del bio avicolo in Italia.

Il 2008 segna un altro salto: apre lo stabilimento di Castelplanio, con linee di produzione innovative (anche senza friggitrice). I dipendenti salgono a 1.600. Lo stesso anno viene pubblicato il terzo bilancio sociale. Nel 2014 arriva il lancio di Fileni BIO, la prima linea di carni biologiche in Italia: un tassello chiave per rafforzare il posizionamento premium, fondato su qualità, sostenibilità e benessere animale.

Nel 2021 Fileni diventa Società Benefit, compensa le emissioni dirette e sottoscrive il Climate Pledge, impegnandosi ad azzerare le emissioni nette entro il 2040. Sempre in quell’anno, l’adesione allo European Chicken Commitment (ECC) alza l’asticella sul fronte del benessere animale. Il 2022 è un altro anno di slancio: l’azienda partecipa all’Expo di Dubai come ambasciatrice del Distretto Biologico delle Marche e conquista la certificazione B Corp. A marzo acquisisce Tedaldi (uova bio) e Bioalleva (carni rosse bio).

Sempre nel 2022 arriva un bond da 20 milioni di euro sul Third Market della Borsa di Vienna, parte di un piano da 100 milioni in tre anni per diversificare e spingere sull’estero, Germania in testa (dove l’export è volato del 79% nel 2021).

Negli ultimi tempi Fileni ha allargato lo sguardo anche al pet food, mantenendo il focus su qualità e sostenibilità. E nel 2025 segna un altro traguardo: tutti i prodotti a base di pollo, anche quelli convenzionali, rispettano gli standard ECC. Nello stesso anno arriva il rebranding: nuovo logo, nuovo payoff "Scelta Giuste" e un messaggio chiaro su persone, animali e ambiente.

Da piccolo allevamento a marchio leader del biologico in Italia: oggi Fileni è la dimostrazione concreta che puntare su qualità, innovazione e rispetto per l’ambiente non è solo una scelta etica. È anche, semplicemente, una scelta che funziona.