Economia
Brand o brand...elli / Nestlé, il gigante svizzero da 2mila marchi alle prese con amori proibiti e turbolenze al vertice
Oggi Nestlé controlla oltre 2.000 marchi in tutto il mondo, dal cioccolato KitKat al caffè Nespresso, dalle zuppe Maggi alle acque minerali. La storia del colosso alimentare svizzero



Nestlé, dal nido di Vevey alle turbolenze del 2025: storia del gigante che ha cambiato il modo di mangiare
Al cuor non si comanda, ma in Nestlé sì. Laurent Freixe, fino a poche settimane fa Ceo della multinazionale svizzera, lo ha scoperto a proprie spese: una relazione sentimentale con una sua diretta subordinata (vietata dal codice di condotta) è bastata per chiudere la sua carriera ai piani alti di Vevey. E dopo qualche settimana, un'altra uscita, ma questa volta volontaria.
Paul Bulcke, presidente del consiglio d’amministrazione e veterano del gruppo (entrato nel lontano 1979), ha deciso di lasciare anticipatamente la poltrona, cedendo il testimone dal 1° ottobre 2025 a Pablo Isla, già vicepresidente ed ex numero uno di Inditex. Al suo fianco, come Ceo, è arrivato Philipp Navratil, manager cresciuto in casa.
Non è la prima volta che Nestlé si ritrova a gestire turbolenze ai vertici: appena un anno fa era toccato a Mark Schneider lasciare, travolto da performance deludenti. Ma d'altronde la storia di Nestlé è fatta proprio di resilienza e capacità di adattarsi. Tutto comincia nel 1866, quando i fratelli statunitensi Charles e George Page fondano in Svizzera l’Anglo-Swiss Condensed Milk Company, introducendo in Europa il latte condensato con il marchio Milkmaid. Un anno dopo, a Vevey, il farmacista tedesco Henri Nestlé mette a punto la "farine lactée", un composto di latte, cereali e zucchero pensato per ridurre la mortalità infantile. È il 1867, ed è l’inizio di un impero alimentare.
La concorrenza tra le due aziende diventa feroce: Anglo-Swiss produce alimenti per neonati, Nestlé si butta sul latte condensato. Alla fine, nel 1905, la logica economica prevale e arriva la fusione: nasce la Nestlé & Anglo-Swiss Milk Company, destinata a diventare la più grande azienda alimentare del mondo. In quegli stessi anni, Henri Nestlé aveva già dato un contributo decisivo al cioccolato al latte, fornendo a Daniel Peter il latte condensato con cui nascerà il primo prodotto commerciale di successo nel settore.
Il XX secolo porta ancora più opportunità. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale Nestlé diventa fornitore chiave di latte condensato e cioccolato per gli eserciti, ampliando al contempo la produzione in America e in Asia per aggirare le difficoltà logistiche. Nel dopoguerra, l’azienda si reinventa: acquisisce marchi storici come Maggi (1947), Crosse & Blackwell, Findus, Libby’s e Stouffer’s. Entra nel settore delle acque minerali (con Perrier, San Pellegrino, Vittel), nel caffè solubile (Nescafé, lanciato già nel 1938), nei surgelati e negli alimenti per animali domestici (Purina).
Il logo con il nido, simbolo di protezione e nutrimento, accompagna una crescita che sembra inarrestabile. Ma la reputazione non è sempre stata all’altezza dei numeri. Negli anni ’70 esplode il boicottaggio per la commercializzazione aggressiva del latte artificiale nei Paesi in via di sviluppo, accusata di aver contribuito alla malnutrizione infantile. Negli anni 2000 emergono critiche per il consumo d’acqua eccessivo, le pratiche ambientali, lo sfruttamento della manodopera. Nestlé ha spesso risposto con programmi di sostenibilità e certificazioni, ma le polemiche hanno lasciato comunque un segno.
Oggi Nestlé controlla oltre 2.000 marchi in tutto il mondo, dal cioccolato KitKat al caffè Nespresso, dalle zuppe Maggi alle acque minerali. È presente in quasi 190 Paesi e conta più di 270.000 dipendenti. I suoi numeri restano da gigante: nel 2024 il fatturato si aggirava sui 93 miliardi di franchi svizzeri. Eppure, proprio come ai tempi delle guerre, è la capacità di adattarsi a nuove sfide a determinare il futuro.
Il passaggio di consegne a Isla e Navratil arriva in un contesto che chiede più trasparenza e forse meno scandali. Se nel 1867 Henri Nestlé combatteva la mortalità infantile con un barattolo di farine e latte, oggi i successori devono combattere contro la sfiducia dei mercati, la concorrenza agguerrita (da Mondelez a Unilever) e la crescente pressione per la sostenibilità.
Dopo 158 anni, l’azienda che porta il nome del suo fondatore non è più solo un colosso alimentare: è un simbolo globale. E la storia recente dimostra che, anche nei consigli di amministrazione, il vero ingrediente segreto resta uno solo: la capacità di reinventarsi sempre.