Brunetta ad Affari: "Al via la Draghinomics. Con Fisco e lavoro stop alla recessione"
Di Andrea Deugeni
Come valuta la mosse della Banca Centrale Europea? Impatteranno sull'economia italiana, anche se per quanto riguarda i tassi d'interesse si tratta di un mini-taglio?
"La decisione sui tassi è stata solamente simbolica. Indica cioè l'espressione di una presenza, di una volontà di governance della Bce, decisione che però, dal punto di visto economico, non impatta molto. Draghi,invece, con grande chiarezza ha fatto capire qual è la sua strategia e quali sono gli strumenti che ha a disposizione e che intende mettere in campo. E' andato ben oltre il famoso 'faremo di tutto' del luglio 2012. Frase importante, ma allora vuota e che ora invece il presidente della Bce ha riempito di contenuti. Si sta affermando la vera Draghieconomics".
Neanche l'impatto delle misure non convenzionali impatterà sulla crescita del Pil in Italia che per il momento viaggia ben lontano dalle stime del Def ed è in recessione?
"Quelle devono ancora arrivare all'economia reale. Fanno parte della cassetta degli attrezzi di un banchiere centrale. Non siamo ancora al quantitative easing della Federal Reserve, ma più la Banca centrale Europea comincia a ragionare con la logica di una vera banca centrale quanto più i mercati reagiscono positivamente. Più l'Eurotower si allontana dalla logica tedesca della Bundesbank che non le permette di essere prestatore di ultima istanza, comprare i titoli di Stato e non fare sviluppo, ma soltanto di controllare l'inflazione, tanto più gli investitori dirottano le loro risorse verso l'Eurozona. Tre anni fa l'euro è entrato nel mirino della speculazione proprio perché di fronte avevano una banca centrale che agiva con un braccio legato".
Ok, ma quando he anhe acquisto di Abs e Tltro arriveranno sul mercato?
"Il presidente Draghi ha detto una cosa: la Bce farà tutto quanto in suo potere con la politica monetaria, ma non sarà sufficiente. Servirà anche l'azione, attraverso riforme sincronizzate diverse da Paese a Paese, dei governi nazionali. Tutti gli Stati membri dovranno fare la loro parte. Compresa la Germania".
Cosa, ad esempio?
"Deve fare una riforma fiscale per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie e dei lavoratori e la capacità d'investimento delle imprese. Poi, deve ridurre il suo surplus commerciale".
E l'Italia?
"Deve fare due riforme: lavoro e fisco. Se in 100 giorni, il nostro Paese farà una riforma del lavoro vera, alla spagnola o alla tedesca, e la riforma fiscale per un fisco più trasparente, meno oppressivo e che sposta il carico dalle persone alle cose, allora riuscirà a dare un segnale forte alla Bce, ai mercati e all'Europa che le consentirà di avere tutta la credibilità possibile per trattare con Bruxelles i margini di flessibilità sul Fiscal Compact".
L'azione congiunta Bce-riforme, quindi, ci farà uscire sicuramente dalla recessione...
"Certo. Io l'ho chiamato il modello Draghi-Juncker".