Brunetteide/ Con Monti-Renzi-Letta patrimonialona da 30 miliardi
Da "Nobel mancato" (parole sue), Renato Brunetta, economista del lavoro e capogruppo alla Camera di Forza Italia, continua ad essere la spina nel fianco sulla politica economica del governo nemico di turno. Durante il governo Monti, Brunetta si vantava di aver totalmente riscritto in Parlamento la legge di Stabilità all'economista della Bocconi ed ex Commissario europeo sulla concorrenza. Una sfida che il responsabile economico del partito di Silvio Berlusconi ha ingaggiato anche con l'ex direttore generale di BankItalia Fabrizio Saccomani che Enrico Letta si è portato in Via XX Settembre (non si è mai lasciato sfuggire l'occasione per criticare il tecnico super partes) e ora con il "demagogo" (lo ripete a iosa) Renzi e l'ex Ocse Pier Carlo Padoan.
Vuole far vedere che è lui il migliore economista d'Italia visto che non era nuova alle scaramuccie competititive visti anche i botta e risposta con l'ex compagno di partito Giulio Tremonti? Sarà, ma quelle di Brunetta non sono solo "chiacchiere da comunicati" (come le definisce Matteo Renzi), perché nelle sue stilettate al governo di turno l'ex accademico veneziano fa parlare i numeri (vedi slide sotto).
Certo, nel caso dell'aumento della tassazione sulla casa e sulle rendite finanziarie omette di dire che l'azione del governo Monti, prima, e Letta e Renzi, poi, va nel verso auspicato dalla Commissione europea ovvero spostare il peso della tassazione dal lavoro alla rendita. Però le sue analisi (a parte qualche omissione per rafforzare le proprie tesi) sono spesso inattaccabili.
E così, sentenzia Brunetta, per quanto riguarda casa e risparmio "negli ultimi tre anni sugli italiani è piombata una patrimoniale da quasi 30 miliardi, il costo della non democrazia dei governi Monti, Letta e Renzi, derivante da un doppio aumento della tassazione sul risparmio (3,7 miliardi) e sulla casa (25 miliardi)". Nello specifico della tassazione sul risparmio, spiega il deputato forzista, "con Renzi la tassazione sul risparmio è più di 12 volte quella vigente sotto l'ultimo governo Berlusconi", il risultato della differenza di 3,7 miliardi fra i 4 miliardi di gettito conseguiti grazie all'aumento dell'aliquota dal 20 al 26% da parte di Renzi e i 0,3 miliardi di novembre 2011, ultimo mese del governo Berlusconi.
Gli altri 25 miliardi circa della patrimonialona, secondo Brunetta, arrivano dalla differenza fra i 35 miliardi del gettito della tassazione sulla casa del governo Renzi (30 miliardi nel 2013 per il "pasticcio Letta" e 24 miliardi nel 2012 per l'Imu di Monti) e i 9 del 2011 incassati dal governo Berlusconi (con la prima casa esente).