Tassi, stoccata della Buba alla Bce

Una scaramuccia. Non è altro che una scaramuccia quella della Bundesbank: la banca centrale tedesca prima "non esclude un aumento dei tassi ufficiali se emergessero maggiori pressioni di inflazione" e poi sminuisce la "forward guidance" della Bce, che con la promessa di "tassi bassi a lungo" indende (per ora con successo) dare sicurezza ai mercati.
La Buba non è nuova a pareri che contrastano con l'Eurotower. Ma stavolta, più che di pareri, si tratta di rilievi quasi ovvi. Se non si trattasse di un'istituzione prestigiosa come la Bundesbank, sembrerebbe poco più di una sterile vendetta. Uno sgambetto, per ricordare a Mario Draghi che la Germania vigila ancora sull'operato della Bce.
Affermare che "i tassi potrebbero essere più alti se emergessero maggiori pressioni di inflazione" non è convinzione nuova. La stabilità dei prezzi e non la crescita è il mandato dell'Eurotower. Ma di rischi inflazionistici, in Europa, non c'è traccia. La Buba potrebbe essere preoccupata del futuro andamento dei prezzi. Ma non basta, perché Weidmann e compagni non si sono limitati ad affermare l'ovvio, ma si sono sentiti in dovere anche di sminuire la "forward guidance". Anche in questo caso con considerazioni non certo originali. La previsione di tassi futuri bassi, scrivono i banchieri tedeschi, "non è un'indicazione imperativa" e "non rappresenta una promessa". Come a dire: le parole di draghi non sono vangelo e potrebbero essere smentite se le condizioni lo richiedessero. Anche in questo caso, nulla di nuovo sotto il tiepido sole teutonico.
@paolofiore