L'Ue: Cig anche per i dirigenti. "I licenziamenti sono impugnabili"
Anche i dirigenti devono usufruire della cassa integrazione. La Corte di Giustizia Europea ha definisce una violazione del diritto comunitario l’esclusione dei dirigenti d'azienda dalle procedure di mobilità e dalla Cig. La Corte critica il nostro Paese, in cui sono soggetti a queste procedure soltanto operai, impiegati e quadri, mentre le regole Ue non prevedono alcuna distinzione tra i lavoratori.
"I dirigenti sono compresi nel calcolo della manodopera dell'impresa, ma sono esclusi dal calcolo del numero di licenziamenti che essa intende effettuare," sottolinea la Corte in una nota. A partire dal 2008, la Commissione europea ha rimproverato all'Italia questo trattamento diseguale e non in linea con le norme Ue. Ora la sentenza della Corte conferma la posizione di Bruxelles e condanna la disciplina italiana.
Si apre un vuoto normativo che potrebbe portare a un'ondata di cause. Fino a che il Parlamento non adotterà una nuova legge i dirigenti licenziati per ragioni "collettive" potrebbero impugnare il loro licenziamento.
"La violazione degli obblighi delle normative europee in materia di licenziamenti collettivi accertata dalla sentenza della Corte - afferma il giuslavorista Fabrizio Daverio - era nell'aria. L'Italia aveva chiesto un rinvio della decisione ma la richiesta non era stata accolta. Il problema è quello delle ricadute della decisione. In assenza di una nuova legge, i dirigenti licenziati potranno contestare la decisione dell'azienda". L'Italia non è riuscita dimostrare che la figura del "dirigente" è diversa da quella del restante personale delle aziende. "In pratica - sottolinea il giuslavorista - la Corte imputa all'Italia di escludere una categoria di lavoratori dall'ambito di applicazione della procedura di licenziamento collettivo.