Al via “Uniti, l’Europa che siamo”, il convegno dei giovani di Confidustria ospitato nell' hotel Quisisana di Capri oggi e domani sabato 20 ottobre. Ad aprire i lavori, Francesco Giuseppe Palumbo, presidente di Confinsutria Campania.
Un appello a una gestione più efficace dei fondi europei arriva da
Alessio Rossi, presidente di Confindustria giovani, che con
Affaritaliani.it commenta la manovra fiscale al centro del dibattito politico di questi giorni: "Non c’è una misura di sviluppo per il Sud. Per la crescita del Mezzogiorno ci sono circa 4 miliardi su 37, che ci sembrano molto pochi. Il sud e il giovani sono completamente dimenticati, noi proponiamo di utilizzare meglio i fondi europei, dei quali spendiamo circa il 10 per cento. Chiediamo al governo e ai nostri parlamentari europei, di vedere impegnati, specialmente in amministrazioni regionali, tutti i fondi a disposizione. Solo così potremmo andare avanti con un piano di investimenti".
Tanti gli ospiti in programma, tra i quali Carlo Cottarelli, direttore Osservatorio conti pubblici Università Cattolica del Sacro Cuore; Pietro Salini, amministratore delegato Salini-Impregilo; Domenico Arcuri, ad Invitalia; Michele Pontecorvo Ricciardi, vice presidente Ferrarelle; Giuseppe Ricci, chief refining & marketing officer Eni e Paolo Savona, ministro per gli Affari Europei.
Di un quadro stabile legislativo e di sicurezza sul futuro ha parlato anche Pietro Salini, amministratore delegato di Salini – Impregno, che ad Affaritaliani.it ha spiegato l’importanza di “un piano a lungo termini per realizzare infrastrutture, nessuno può pensare di realizzarle dall’oggi al domani. Bisogna dialogare con l’Europa, abbassando anche i toni, e cercando di entrare nei contenuti”.
"Credo che per continuare a produrre sviluppo crescita e benessere nel. Nostro Paese e nel mondo bisognerebbe ragionare di più e meglio sulla relazione che c'è tra la sofferenza di tanti e la disponibilità quasi infinita della tecnologia - ha detto invece Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia - Questo non sempre se non è governato produce effetti positivi quindi sicuramente fa fatica a produrre sviluppo".
Il 39 per cento degli italiani si dimostra euroscettico. E' quanto dimostra uno studio di
Lorien Consulting presentato in occasione del convegno. "Il 74 per cento degli italiani vuole restare in Europa ma il 49 per cento di loro vuole che le regole vengano cambiate Con politiche comuni sull'immigrazione e soprattutto unificazione del mercato del lavoro", ha spiegato ad
Affaritaliani.it Elena Melchioni, ad Lenoir consulting.
Della necessità di più stimoli e meno burocrazia per fare impresa ha parlato invece
Ennio Doris, presidente Banca Mediolanum: "Dobbiamo ricordare che il sistema economico italiano è bancocentrico, il 90 per cento dei finanziamenti alle imprese arriva dalle banche. Ci vorrebbero da questo punto di vista maggiori stimoli perché visto fare impresa non è la cosa più facile del mondo. Se si eliminassero un po' di ostacoli, tipo una burocrazia assurda, allora le imprese potrebbero crescere ancora di più".
Dal primo dei due giorni di dibattiti è emersa la proposta di offrire ai giovani un reddito di sviluppo imprenditoriale, ipotesi pienamente condivisa dal
rettore della Luiss Andrea Prencipe che con Affaritaliani.it sottolinea l'importanza per i giovani di volgere lo sguardo ai mercati internazionali.
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