Squinzi subito in pressing su Renzi: "10 mld sul cuneo? Misura minima"
Mentre il Tesoro smentisce il quantum del bottino della spending review di Carlo Cottarelli (10 miliardi), il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi rompe il silenzio sul governo Renzi e alza la posta sull'ammontare delle risorse da destinare al cuneo fiscale.
"Renzi, in Senato e alla Camera ha sicuramente captato i problemi su cui dobbiamo intervenire" ha spiegato il numero uno dell'associazione degli imprenditori intervenuto alla presentazione di un rapporto a cura di Accredia e Censis a Roma. Ma un taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale-contributivo sul costo del lavoro (così come annunciato dal nuovo premier) è una "misura minima, la linea del Piave".
Prima del varo della legge di Stabilità, Confindustria era partita circa un anno fa chiedendo un intervento massiccio sul costo del lavoro nell'ordine di 20 miliardi di euro, risorse ingenti che l'associazione di Squinzi aveva anche indicato dove reperire. 20 miliardi che erano diventati 10 nel primo anno in cui sarebbe entrata in vigore l'ex Finanziaria e cioè il 2014.
Deludendo gli imprenditori, il governo Letta aveva poi abbassato la posta confermando i 10 miliardi di intervento sul cuneo, ma spalmandoli su un triennio. E così Squinzi ora ha deciso di mettere le mani avanti e ha spiegato di voler "essere tranquillo che Renzi mantenga queste promesse, dopo aver atteso sei/otto mesi per un giudizio sul governo Letta".
Per quanto riguarda invece la revisione del rapporto deficit/Pil, il presidente della Confindustria ha sottolineato che è necessaria una trattativa con l'Unione europea per far ripartire gli investimenti. "Sarebbe importante negoziare senza voler eliminare il vincolo del 3% sul debito pubblico, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi, in ricerca, in sviluppo e per tutto ciò che crea occupazione", ha spiegato Squinzi, aggiungendo che "ciò è importante non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa".