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Economia
Confitarma, Mario Mattioli: ad Affari: "Ecco le nostre priorità"

Da ieri il napoletano Mario Mattioli, 54 anni, amministratore delegato di Augusta, società di operazioni off shore e rimorchio, è ufficialmente il nuovo presidente di Confitarma, la confederazione italiana degli armatori. Oggi presenterà la sua agenda di lavoro quadriennale nel corso del convegno internazionale “Shipping and the Law”, organizzato dallo Studio Francesco Saverio Lauro. L’evento farà il punto sulla sicurezza, sulle emissioni, smart vessels ma anche sugli investimenti alla luce della stretta tra la crisi del credito e del neo-protezionismo. Il neopresidente Mattioli anticipa ad Affaritaliani le linee guida del suo programma.

Presidente quali sono le priorità alla luce dei nuovi scenari internazionali?
“Innanzitutto il mantenimento del Registro internazionale con il suo impianto normativo. Che per le aziende significa competitività, ambiente e formazione”.

Come pensa di portare avanti questi temi?
“Investendo in via prioritaria sul capitale umano. Il Fondo di formazione ha già consentito investimenti negli istituti tecnici di secondo grado, lavoreremo ad analoghe iniziative a Trieste, Catania e Napoli; un tassello che riteniamo importante come lo è quello sulle relazioni industriali”.

A giugno 2018 entrerà in vigore l’emendamento Cociancich che modifica il Registro internazionale per quanto concerne gli oneri contributivi e fiscali per i traghetti che imbarcano in via esclusiva marittimi comunitari in regime di cabotaggio, cioè tra porti dello stesso Paese, facendo decadere tali benefici alle navi che impiegano equipaggi misti. Che cosa potrebbe succedere?
“Se l’emendamento fosse esteso anche ai traffici internazionali gli oneri statali a beneficio degli armatori peserebbero fino a 350 milioni di euro in più di oggi ed il registro internazionale italiano diverrebbe meno competitivo rispetto a quello degli altri Paesi, con gravi danni sull’occupazione. Restiamo comunque in attesa del responso di legittimità dell’Ue sull’emendamento”.

Qual è lo stato di salute del Registro?
“E’in buona salute in quanto consente la crescita sia dell’armamento che degli occupati. L’Ue intende mantenere questo strumento per ridurre il gap competitivo nei confronti degli armatori non comunitari. E questo fa parte del mio programma. Metterlo in discussione significherebbe mettere in crisi molte aziende”.

Sicurezza e ambiente. Che significano maggiori investimenti. Gli armatori italiani sono pronti ai cambiamenti previsti dalle nuove regole ambientali?
“Siamo pronti, pur rischiando di non poter utilizzare le tecnologie sulle quali abbiamo investito. Il vero problema sta nella legislazione che va più veloce dell’innovazione. Le società crocieristiche costruiscono navi a gas, ma occorre una vera rete di infrastrutture che allo stato non c’è ancora”.

All’inizio dell’estate Ignazio Messina, d’Amico, Italia Marittima e Grandi Navi Veloci hanno deciso di abbandonare Confitarma. Proverà a farli tornare sui loro passi?
“Lavorerò per fortificare Confitarma che dovrà diventare sempre più la casa comune e trasparente degli armatori. La nostra missione sarà pertanto rivolta a rafforzare lo shipping e a lavorare per il sistema Italia, alla sua piattaforma logistica, sfruttando le vie della seta che prevedono cospicui investimenti da parte degli investitori cinesi”.

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